Società

#MeToo, la Corte suprema Usa libera l’attore Bill Cosby

L’attore Bill Cosby, notissimo come protagonista della fortunata serie televisiva “I Robinson”, è tornato, a 83 anni, un uomo libero, dopo esser stato massacrato dal punto di vista mediatico e giudiziario.

La Corte Suprema della Pennsylvania ha infatti annullato la sentenza con cui, nel 2018, era stato condannato a tre anni non per violenza sessuale ma per “aggressione indecente” al termine di un controverso processo giunto al culmine di una campagna mediatica così pesante da indurre la Disney a rimuovere la sua statua dal parco a tema in Florida.

Una campagna pompata dalle militanti del movimento femminista #MeToo, che aveva fatto da cassa di risonanza alle accuse, a partire dal 2006, di più di cinquanta donne per stupri e abusi sessuali che sarebbero stati commessi a partire dalla metà degli anni Sessanta. Molte delle presunte vittime avevano dichiarato di esser state narcotizzate.

Secondo la Corte Suprema della Pennsylvania, però, a Cosby è stato negato un giusto processo, pertanto “va rilasciato e ogni futuro procedimento riguardante queste particolari accuse va vietato”.

“Ho sempre sostenuto la mia innocenza” ha twittato Cosby, inviando un ringraziamento speciale alla Corte “per il rispetto della legge”.

Il “Papà d’America”, inserito nell’elenco dei cento più influenti neri statunitensi, è stato scarcerato dopo l’annullamento della sentenza.

La decisione della Corte suprema è stata definita “deludente” da Andrea Constand, la cestista canadese che aveva accusato Cosby, perché rischia di “scoraggiare” le donne vittime di violenza a denunciare i loro aggressori.

Il movimento femminista #MeToo si è sviluppato grazie alla grande potenza mediatica dovuta alle dichiarazioni di molte donne dello spettacolo che hanno dichiarato di esser state violentate. Ma il movimento ha anche suscitato reazioni negative di attori e attrici: Liam Neeson ha parlato di “caccia alle streghe”, Sean Penn ha detto che “lo spirito del movimento è la volontà di dividere donne e uomini”, per Marco Giallini ha “avvelenato i pozzi dei rapporti tra uomini e donne”.

Contro il movimento si sono schierate anche diverse donne, tra le quali Catherine Deneuve, Brigitte Bardot, Angela Lansbury, Whoopi Goldberg, Megan Fox, oltre che una femminista attiva come Margaret Atwood, secondo cui non bisognerebbe considerare colpevoli a priori gli accusati di molestie.