BRUXELLES – “La mia posizione è chiarissima da quando ho messo piede in questo Parlamento: la protezione della vita viene prima di tutto, non possiamo avere una politica di migrazione che non dà valore alla vita. Ma i Paesi alla frontiera non vanno lasciati soli”. Con queste parole è iniziato il “nuovo corso” della neo presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
La domanda che tutti si sono posti è: “Sarà all’altezza del suo predecessore?”. David Sassoli, scomparso prematuramente, ha lasciato in effetti un’eredità importante. Che a portarla avanti sia adesso una donna rappresenta una sfida forse probabilmente senza precedenti.
Sono due le novità significative che leggiamo tra le righe: una è rappresentata dalle azioni concrete che, pena la perdita repentina di ogni credibilità, dovranno essere messe in campo (finalmente) sul tema immigrazione. Azioni concrete e non le insopportabili esternazioni ipocrite e le inconsistenti dichiarazioni di intenti a cui abbiamo assistito fino ad oggi. L’altra novità è rappresentata dal fatto che ad annunciare questo cambio di passo sia una donna da oggi al vertice del Parlamento europeo (un’istituzione centrale per il futuro dell’Europa) e che si aggiunge ad altre due donne ai vertici dell’Ue: la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen e la presidente della Banca Centrale Europea (Bce), Christine Lagarde.
“In Parlamento nei prossimi due anni e mezzo potremo trovare degli accordi, stiamo negoziando il nuovo Patto per la migrazione – ha spiegato Metsola -. Possiamo trovare delle maggioranze come è accaduto cinque anni fa, ma poi il Consiglio ha bloccato il processo su un tema in cui non c’è il veto ma la maggioranza qualificata. Non è solo il Sud a essere la frontiera d’Europa, lo sono anche la Lettonia e la Polonia, nel 2015 lo è stata la Germania. I principi sono fondamentali e la politica deve essere efficiente ed efficace, ma non bisogna mai dimenticare che dietro un corpo che troviamo in mare ci sono una vita e una speranza che abbiamo perso”.
“Determinata e preparata”, la politica italiana non poteva fare complimento migliore a Metsola che ha già le idee molto chiare sul da farsi: il Mediterraneo è un cimitero, l’Ue deve ripristinare una missione di salvataggio come chiedeva anche Sassoli?
“Ho parlato di questo con molti colleghi italiani. Nel pacchetto sulla migrazione uno degli strumenti legislativi è la “Facilitation Directive” in base alla quale una nave che sta affondando va salvata e non deve seguire una criminalizzazione. Con la commissione Libe e con Frontex siamo stati in Sicilia e abbiamo visto l’ottimo lavoro della Guardia di Finanza. Dobbiamo trovare un equilibrio negli accordi con i Paesi di partenza e di transito e fare una differenza tra chi ha ratificato la Convenzione di Ginevra e chi no come la Libia. Non possiamo dire ai cittadini europei che non abbiamo trovato una soluzione, devo lavorare con le forze costruttive del Parlamento per trovare una soluzione e fare pressione sul Consiglio”.
Al tema dell’immigrazione si collega quello del valore della vita perché “la protezione della vita viene prima di tutto, non possiamo avere una politica di migrazione che non dà valore alla vita”. “La mia posizione – ha aggiunto Metsola – è di difendere l’uguaglianza tra i sessi e lo farò dovunque”.
Dopo la politica, anche il mondo delle imprese ha salutato con favore l’elezione della maltese alla presidenza del Parlamento europeo: “Un segnale importante – ha commentato il presidente di Confindustria Servizi Hcfs (Hygiene, Cleaning & Facility Services, Labour Safety Solutions) Lorenzo Mattioli – . Il dopo Sassoli si apre all’insegna dei migliori auspici: il mondo delle imprese confida ora in una visione moderna e nuova dell’economia europea che deve trovare il giusto ruolo nello scacchiere mondiale”.