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Migranti: entro metà luglio chiuderà del tutto il Cara di Mineo

ROMA – Entro metà luglio chiuderà il Cara di Mineo, il centro per richiedenti asilo in provincia di Catania. L’annuncio arriva dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che parla di una “buona notizia per chi, per anni, ha vissuto in zona subendo criminalità e disagi”.

Nel centro attualmente ci sono 152 persone; quando si insediò il governo Giallo-Verde a giugno dell’anno scorso gli immigrati presenti nella struttura erano 2.526. Il picco è stato registrato il 7 luglio 2014 con 4.173 ospiti. “Grazie ai porti chiusi – dice ancora Salvini – abbiamo svuotato i grandi centri come Cona e Bagnoli in Veneto e Castelnuovo di Porto a Roma. Ora è il turno di Mineo. Un pensiero particolare ai familiari e agli amici di Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez, brutalmente uccisi nel 2015 da un delinquente immigrato che viveva nel Cara. Ai loro cari il nostro pensiero e il nostro abbraccio: non ci siamo dimenticati”.

Il tema immigrazione continua a far discutere. Secondo l’europarlamentare siciliano Pietro Bartolo (Pd), “la gente è stata spaventata, imbrogliata, plagiata da messaggi mendaci, sbagliati su queste persone (i migranti, ndr)”. Bartolo ha parlato anche del cosiddetto “modello Riace”, che “non è stato inventato da Lucano, sicuramente gli Sprar non sono stati inventati da Lucano. Lui l’ha messo in atto e ha dimostrato che funziona. Ha fatto rinascere un paese, ha dimostrato che si può fare. Si stanno coprendo tutte le inefficienze di un governo che litiga tutti i giorni con il fenomeno dell’immigrazione. Un fenomeno appunto, non un problema. Il problema in Italia è la mancanza di lavoro, non l’immigrazione”.

Intanto, sempre nella giornata di ieri e ad un anno dall’annuncio del governo italiano di chiudere i propri porti alle navi umanitarie almeno 1.151 persone, uomini, donne e bambini, sono morte, e oltre 10.000 sono state riportate forzatamente in Libia, esposte ad ulteriori ed inutili sofferenze: questi sono i dati diffusi da Sos Mediterranee e Medici senza frontiere che chiedono di garantire con urgenza un sistema di ricerca e soccorso in mare adeguato, “compreso un coordinamento delle autorità competenti nel Mar Mediterraneo, per evitare morti inutili”.