Politica

Migranti, aiuti dall’Italia, l’esito della missione in Tunisia



L’Italia è pronta a sostenere la Tunisia: il Viminale ha sbloccato undici milioni di euro da impiegare in progetti per il controllo delle frontiere.

Ma servono risultati concreti nel contrasto alle partenze di migranti.

I ministri di Interno ed Esteri, Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, accompagnati dai commissari europei Ylva Johansson e Oliver Varhelji, ieri a Tunisi hanno incontrato il presidente della Repubblica, Kais Saied, il premier incaricato Hichem Mechichi e il ministro degli Esteri ad interim, Selma Ennaifer.

Sul tavolo i flussi migratori dalla Tunisia verso l’Italia, che hanno subito un’impennata quest’estate.

Negli ultimi mesi le partenze hanno assunto i contorni di una fuga di massa dal Paese – la cui economia è stata messa in ginocchio dalle ripercussioni dell’emergenza covid sul Turismo, pilastro del pil – verso la vicina Lampedusa.

Dall’inizio dell’anno su sedicimila sbarcati (quasi il quadruplo rispetto al 2019 ma nulla in confronto ai centosettantamila del 2016, prima della brusca riduzione ottenuta dagli accordi internazionali del Governo Gentiloni), quasi la metà provengono proprio dalle coste tunisine.
Migranti – giovani in prevalenza – cosiddetti ‘economici’, che abbandonano il proprio Paese in cerca di miglior fortuna.

Il presidente Kais ha sottolineato con i suoi interlocutori europei l’importanza di una “maggiore cooperazione per affrontare alla radice le cause della migrazione”.

Piena disponibilità ad aiutare da parte dell’Italia.

Di Maio ha espresso la volontà di “rafforzare il partenariato per lo sviluppo condiviso e intendiamo proporre un grande patto per la gioventù tunisina, un piano integrato con un focus particolare sui giovani”.

Tuttavia, ha puntualizzato, “il partenariato è un atto che viene portato avanti da due parti: ci aspettiamo piena collaborazione e risultati rapidi anche sul piano del contrasto all’immigrazione”.

Sulla stessa linea la ministro Lamorgese: “la Tunisia . ha osservato – non è sola, noi siamo pronti a prendere tutte le iniziative necessarie per supportarla in termini di mezzi, di strumentazioni al fine del controllo dell’immigrazione clandestina, ma serve uno sforzo in più perché la pressione esercitata sul nostro Paese, in particolare su Lampedusa e sulla Sicilia, crea una situazione di seria difficoltà aggravata dall’emergenza sanitaria per il covid-19”.

Tra i progetti in campo – ma perchè diventino operativi c’è da attendere la formazione di un Governo in Tunisia, che dovrebbe avvenire entro la prossima settimana – uno che sta a cuore a Roma è quello di un sistema informatico che allerterà tempestivamente la gendarmeria quando le imbarcazioni di migranti sono in mare in modo da bloccarle in acque tunisine.

Gli undici milioni stanziati verranno inoltre impiegati per la manutenzione delle motovedette, l’addestramento delle forze di sicurezza locali, l’installazione di radar.

L’Italia si aspetta poi un aumento della quota settimanale di rimpatri, ad ora ferma a ottanta.

“Chi arriva in Italia in maniera irregolare – ha sottolineato Di Maio – non potrà usufruire di alcuna opportunità di regolarizzazione.

L’unico esito è un rimpatrio” Sostegno è stato assicurato anche dall’Europa, con i commissari Johansson e Varhelji, la cui presenza a Tunisi è stata fortemente voluta dai ministri italiani.