Cronaca

Migranti, Alan Kurdi fa rotta verso Taranto. Oggi scatta il rinnovo del Memorandum

Sta dirigendo verso Taranto, dove, se le avverse condizioni del tempo non la rallenteranno, dovrebbe attraccare in giornata, la nave Alan Kurdi che ieri a tarda sera, dopo la conclusione della procedura di ricollocazione europea attivata sulla base del pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta, ha ricevuto dal Viminale l’indicazione del “porto sicuro”.

Nel resto d’Europa sessantasette degli ottantotto migranti

La Germania e la Francia accoglieranno sessanta degli ottantotto naufraghi, il Portogallo cinque e l’Irlanda due.

La scelta di Taranto deriva dalla decisione di evitare un’eccessiva pressione sulla Sicilia, dove solo due giorni fa sono giunti, a Pozzallo, centoquattro migranti, sbarcati dalla Ocean Viking.

L’Alan Kurdi era entrata ieri pomeriggio in acque territoriali italiane per sfuggire a una tempesta e vi era rimasta nella speranza che le venisse presto assegnato un porto sicuro dopo una settimana trascorsa in mare.

La nave della Ong Sea eye si trovava a poche miglia dalle coste della Sicilia sud-orientale, con a bordo i migranti che cominciavano a stare seriamente male, tanto che la Guardia costiera italiana è stata costretta ieri a evacquare due donne. Il numero di migranti era sceso dunque da ottantotto a ottantasei.

La Sea eye soddisfatta del “porto sicuro”

L’organizzazione non governativa tedesca era tornata a chiedere all’Europa un porto sicuro, come prevedono le convenzioni internazionali e dopo che tutte le maggiori organizzazioni umanitarie, a cominciare dall’Unhcr, l’organismo dell’Onu per i rifugiati, ha sottolineato come, in questo momento, la Libia non possa essere considerato un porto sicuro.

E l’intervento di soccorso della Alan Kurdi, come denunciato dalla Ong, era stato contrastato dalla Guardia costiera libica che avrebbe usato anche le armi.

Altri due morti in mare nel Mediterraneo

E’ provato che da quando è diminuita la presenza delle navi delle Ong nel Mediterraneo, il numero dei migranti morti nel tentativo di attraversare il mare è salito. Proprio ieri i cadaveri di due migranti sono stati recuperati su un barchino alla deriva al largo della Sardegna. E i Carabinieri ipotizzano che l’imbarcazione sia stata messa in mare da una nave madre, il sistema che i trafficanti d’uomini utilizzano spesso.

Dalla nave madre, che compie gran parte della traversata, vengono poi rilasciati dei barchini in prossimità delle coste.

Questo tipo di sbarchi, definiti “fantasma” perché nessuno ne parlava ufficialmente durante il periodo in cui Matteo Salvini ricoprì l’incarico di ministro dell’interno, sono la maggioranza assoluta, come sottolineano da tempo organizzazioni come Mareamico Agrigento e come lo stesso sindaco di Lampedusa Totò Martello, che ha sempre detto che nell’isola gli sbarchi non si erano mai fermati, nonostante la bufala dei “porti chiusi” propalata da Salvini.

Il nodo dell’accordo con la Libia

Oggi intanto scatta il rinnovo del Memorandum di intesa sui migranti tra Italia e Libia e fino a ieri si è lavorato per introdurre correttivi all’accordo firmato nel febbraio 2017 e che è stato contestato, non solo dalle ong, per le violazioni ai diritti umani nel Paese africano.

L’accordo si deve a Marco Minniti, ministro dell’Interno del governo Gentiloni. Ma nell’accordo era scritto che si sarebbero dovute migliorare le condizioni dei campi profughi libici e questo grazie alla collaborazione con l’Unhcr e l’Oim, l’organizzazione mondiale per le migrazioni. Invece, durante tutto il periodo in cui Matteo Salvini fu ministro dell’Interno, non se ne fece nulla.

Adesso le fila sono state riprese dal ministro degli esteri Luigi Di Maio, il quale ieri ha dichiarato che occorre “rafforzare le condizioni per i migranti, migliorarle di molto sia nei centri sia nella gestione dello sbarco, quando la Guardia Costiera li salva in mare”.

“E’ un lavoro – ha concluso Di Maio – che stiamo facendo con Unhcr e Oim”.

Sul Memorandum con la Libia, secondo la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha detto che occorre sostenere i rimpatri volontari assistiti e che “vanno svuotati i centri libici attraverso i corridoi umanitari europei”.

Secondo Davide Faraone (Italia Viva), inoltre, va avviato “un nuovo negoziato con il governo libico e con l’Europa per definire interventi umanitari che consentano un piano di evacuazione delle persone detenute nei centri governativi e un dispositivo di soccorso in mare europeo coordinato dalle ong che operano nel Mediterraneo”.

La necessità di modificare i decreti sicurezza

Intanto sul tavolo del Governo c’è anche la modifica dei cosiddetti decreti sicurezza di Salvini, che, ha assicurato la ministro Lamorgese, “Saranno ‘corretti’ entro fine anno”.

“Vogliamo – ha detto il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Enrico Borghi – recepire le indicazioni del presidente Mattarella, come ha spiegato bene anche la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Vorremmo verificare se ci sono gli spazi anche per modifiche più incisive”.

E Openpolis, facendo un bilancio a un anno dal primo dl, quello che ha eliminato la protezione umanitaria, evidenzia come questi provvedimenti siano serviti a ben poco, a parte che alla propaganda salviniana.

I dinieghi della richiesta di asilo sono infatti saliti all’80%, ma poiché i rimpatri durante la gestione Salvini sono rimasti fermi, l’unico risultato è stato quello di continuare a far crescere il numero di irregolari: erano 491mila nel 2017 e saranno ben 680mila entro il 2019.

Lamorgese, non c’è alcuna invasione

Se verranno effettuati i rimpatri “dimenticati” da Salvini, comunque, la situazione potrebbe migliorare rapidamente.

In ogni caso, la ministro dell’Interno ha ribadito ieri, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che “non siamo di fronte ad alcuna invasione: basti pensare che nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai ventiduemila di tutto il 2018”. Ossia l’anno in cui, da aprile, Salvini era stato ministro dell’Interno.

Luciana Lamorgese ha riconosciuto un aumento degli arrivi in settembre, “riconducibile soprattutto all’aumento degli sbarchi autonomi” favoriti dal tempo atmosferico particolarmente mite sul Mediterraneo.

La misera polemica sugli arrivi d’ottobre

Matteo Salvini ha dunque tentato di avviare una ben misera polemica, ricordando che lo stesso aumento è stato registrato in ottobre, ma la sostanza dei numeri non cambia.

Decisamente smentita da Luciana Lamorgese, poi, l’affermazione di Salvini secondo cui sarebbero giunti voli charter dalla Germania rimpatriando i migranti di Dublino.

Per la ministro la notizia è “totalmente destituita di fondamento”.