Una “macchina fango” che parte da una “inchiesta basata sul niente e si trasforma nella messa alla gogna pubblica, con frasi appiccicate qua e là per costruire il mostro e sbatterlo in prima pagina”.
Così su facebook Luca Casarini, indagato dalla procura di Ragusa per favoreggiamento all’immigrazione clandestina a proposito del trasbordo sulla Mare Jonio di Mediterranea saving humans di 27 migranti che erano stati salvati lo scorso agosto dal mercantile Maersk Etienne.
Nei giorni scorsi sono uscite sulla stampa alcune intercettazioni dello stesso Casarini che parlava di “champagne” da stappare per brindare ai soldi che la compagnia danese avrebbe assicurato all’armatore della Mare Jonio. Casarini mette nel mirino la procura di Ragusa e ricorda che uno dei procuratori della città siciliana “è stato nel 2004 il fautore della prima inchiesta contro il soccorso in mare per il caso della Cap Anamur”.
Sull’inchiesta, per l’ex leader dei Disobbedienti, “ci sarebbe il segreto istruttorio quindi quello che è successo è un’operazione illegale. Stappare champagne era per dire che si era contenti della donazione con la quale si potevano ripianare i debiti accumulati per la costosa attività svolta e invece è diventato chissà quale crimine”. L’intento, aggiunge, “è costruire la delegittimazione, demolire le persone. Magari si facesse subito il processo. Favoreggiamento è soccorrere persone da 38 giorni in mezzo al mare dopo essere stati sottoposti a violenze nei campi di concentramento libici?“.