“La formula il fatto non sussiste è stata adottata perché l’imputato ha agito non contra ius bensì in aderenza alle previsioni normative primarie e secondarie dettate nel caso di specie. Allo stesso non può essere addebitata alcuna condotta finalizzata a sequestrare i migranti per un lasso di tempo giuridicamente apprezzabile”.
Al di là del linguaggio legale, il Gup di Catania Nunzio Sarpietro ha in sostanza stabilito che l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini, riguardo alla vicenda del pattugliatore Gregoretti “sequestrato” a Catania con migranti e militari a bordo, agì secondo le norme.
Il capo della Lega, imputato appunto per sequestro di persona, ha scritto su fb “dopo tanti insulti, invenzioni, intercettazioni ‘alla Palamara’ e attacchi politici di ogni genere, vedere riconosciuta, nero su bianco, la correttezza del mio operato alla guida del Viminale è fonte di grande soddisfazione”.
Ma tutta la destra ha esultato per la decisione di Sarpietro: Roberto Calderoli, leghista e vicepresidente del Senato, ha sottolineato che “le motivazioni con cui il gup di Catania ha decretato il non luogo a precedere confermano e rafforzano il passaggio per cui Matteo Salvini da ministro non ha commesso alcun reato”.
E l’avvocato di Salvini, la senatrice della Lega Giulia Bongiorno, ha tentato anche di andare oltre: “gli argomenti della sentenza che, come richiesto fermamente in via principale dalla difesa, escludono con la formula più ampia la sussistenza dell’ipotesi accusatoria avanzata a carico del senatore Salvini, proprio perché analizzano globalmente la linea sul controllo dei flussi migratori del governo Conte I, passando in rassegna plurimi sbarchi di migranti sulle nostre coste, avranno inevitabilmente ricadute sul procedimento sul caso Open Arms pendente a Palermo”.
In realtà le ricadute non sono così automatiche: l’atteggiamento dei magistrati palermitani e di quelli catanesi è stato, fin dal primo momento, di tenore decisamente diverso.
Entrando nel merito delle motivazioni del Giudice per le udienze preliminari di Catania, “esisteva all’epoca dei fatti (…) una determinata e ferma linea politica del Governo italiano in merito al fenomeno migratorio dalle coste nordafricane verso le coste italiane, condivisa chiaramente dalle due forze politiche che sostenevano l’Esecutivo stesso, oltre che dal Presidente del Consiglio in carica”.
Parlando dei governi Conte 1 e Conte 2 il Gup ha scritto che “l’azione del ministro Salvini, così come l’azione della ministro Lamorgese, si è quindi snodata sotto una ben definita copertura politica e normativa, e non è stata certamente espressione di una mera iniziativa personale, del tutto slegata da accordi collegiali”.
Per il gup “si può dire fondatamente che la politica del Governo in carica all’epoca dei fatti, era chiaramente indirizzata da una parte a una ferma presa di posizione in sede europea per raggiungere il risultato di modificare il regolamento di Dublino; e dall’altra parte, ad indurre i Partners Europei ad accettare, nelle more della modifica, l’adozione di un meccanismo automatico, sia pure su base volontaria, di riassegnazione solidaristica fra tutti i membri delI’Ue, dei naufraghi soccorsi”.
“Dopo la crisi di Governo – conclude Sarpietro – innescata da Salvini e che culminò con la nascita del Governo Conte 2, il clima politico cambiò radicalmente e, pertanto, gli ex compagni del primo Esecutivo iniziarono a prendere le distanze dal Ministro Salvini in relazione ai salvataggi dei naufraghi, ed alla gestione del fenomeno della migrazione”.
Da registrare infine l’intervento del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato che si occupò del caso, il quale ha dichiarato: “Sul caso Gregoretti le motivazioni della magistratura di Catania confermano quello che come relatore in Senato avevo detto: Salvini da Ministro dell’Interno aveva agito nel pieno rispetto delle leggi e dei principi costituzionali”.
“Soltanto valutazioni di ordine politico – ha aggiunto – hanno portato a negare l’evidenza dei fatti e a dare torto a Salvini che aveva pienamente ragione”.
Gasparri ne ha approfittato per tentare di trasformare una decisione giudiziaria in un’indicazione politica affermando: “È importante che le motivazioni arrivino in questi giorni e le parole della magistratura dovrebbero essere motivo di riflessione per tutti coloro che vogliono Ius soli, porti aperti, capitolazione dell’Italia sul fronte dell’immigrazione. Bisogna invece applicare le leggi e rispettare i principi costituzionali impedendo l’invasione d’Italia”.
Grazie allo stesso Gasparri resosi celebre in questi giorni per aver dichiarato guerra alla Cina creando un incidente internazionale, siamo così tornati alla propalazione della bufala salviniana dei “porti chiusi” in un Paese con 3.800 chilometri di coste, e a una propaganda politica che punta sull’odio per lo “straniero”.