Fatti

Migranti, con la bonaccia, come previsto, sono tornati gli sbarchi fantasma nell’Agrigentino

Che i cosiddetti “sbarchi fantasma” sarebbero ripresi non appena le condizioni del mare fossero migliorate lo avevamno scritto due settimane fa all’indomani di un attacco con più di ottanta razzi a Tripoli che aveva causato numerosi morti e feriti.

Il governo di concordia nazionale libico aveva denunciato gli attacchi che hanno colpito abitazioni vicino l’aeroporto di Mitiga e la zona di Bab bin Ghashir accusando le forze al comando del generale Khalifa Haftar. E la Missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) aveva condannato “con forza l’aumento di attacchi contro zone abitate da civili a Tripoli”.

Spinti alla traversata dai bombardamenti

Si riteneva che la recrudescenza degli atti di violenza e guerriglia a Tripoli avrebbe spinto gruppi di migranti fermi in Libia a sfuggire alla morte tentando la traversata del Mediterraneo non appena le condizioni del mare – fino a qualche giorno fa proibitive – fossero diventate favorevoli.

Le organizzazioni tunisine e i “migranti economici”

Ma oltre a chi scappava da Tripoli sarebbero arrivanti anche le persone trasportate da organizzazioni tunisine, specializzate, come aveva ricordato il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, in “migranti economici”.

E così è stato: nella giornata di ieri circa centoventi migranti: settanta a Palma di Montechiaro – ma prima che la Questura riducesse drasticamente la stima, si era parlato prima di quattrocento e poi di trecento – e cinquanta a Linosa, l’isoletta delle Pelagie sempre in provincia di Agrigento.

Si ipotizza che quelli sbarcati sulla costa siciliana siano giunti con un vascello di circa dodici metri poi ritrovato a Cala Vicinzina, nei pressi dell’approdo.

L’imbarcazione, un piccolo peschereccio, è stata individuata grazie al drone dell’associazione ambientalista MareAmico, che da qualche anno esercita nell’Agrigentino una importante funzione di sorveglianza anche sugli sbarchi dei migranti.

A MareAmico si devono alcune delle immagini di questo servizio e il filmato del drone.

Il sindaco porta viveri e acqua agli sbarcati

Stefano Castellino, sindaco di Palma di Montechiaro, si è recato ai piedi del Castello per portare mascherine, bottiglie d’acqua, di tè e ciambelle agli sbarcati rintracciati, una sessantina.

“Da quel che dicono i miei concittadini – ha raccontato -, sono state viste tantissime persone che scappavano per le campagne circostanti. Pare che all’inizio fossero trecento su due imbarcazioni”.

La Questura, solo settanta gli sbarcati

I numeri, come detto, sono stati smentiti dalla Questura di Agrigento, che ha parlato di una settantina di migranti e di ricerche capillari e approfondite dalle quali sarebbero sfuggite non più di una decina di persone.

Gli elicotteri utilizzati dalla Guardia di finanza, inoltre, non hanno rilevato la presenza di altri barcone oltre a quello recuperato.

Il Sindaco ha anche ringraziato le forze dell’ordine e ha portato loro acqua e caffè.

Un altro barchino giunto a Linosa

Cinquantadue migranti dell’Africa subsahariana, fra cui alcune donne, sono stati invece bloccati dai Carabinieri della stazione di Linosa, una delle Pelagie, dopo che con un’imbarcazione di circa dieci metri, erano approdati sull’isoletta.

Anche in questo caso il sistema è stato quello della nave madre – che potrebbe anche essere la stessa – e del barchino.

Tutti sono stati portati a Lampedusa, dove l’hotspot di contrada Imbriacola è vuoto dopo il trasferimento a Porto Empedocle degli ospiti che avevano terminato la quarantena e il trasbordo sulla nave Moby Zaza degli altri migranti arrivati nei giorni scorsi sull’isola

Sabato erano sbarcate altre settanta persone circa tra Lampedusa e Marsala.

La Lega Nord e il balletto delle cifre

Variamente interpretati, a seconda della parte politica, i dati degli arrivi, ora e degli ultimi anni.

Ovviamente la Lega Nord, con Stefano Candiani e Nicola Molteni, sottosegretari all’Interno ai tempi di Salvini, non ha mancato di esagerare con i numeri, parlando di “record di sbarchi in una giornata, con più di quattrocento arrivi” e attribuendo la responsabilità alla “scellerata maxi sanatoria della Bellanova e dei 5Stelle”.

Poi hanno sottolineato: “nel 2020 si contano 4.445 sbarchi dal primo gennaio al 22 maggio, contro i 1.361 dello stesso periodo del 2019”.

Totò Martello, sindaco di Lampedusa

Lombardo, “seimila sbarchi fantasma non censiti”

Quel che i leghisti non dicono è che, nel 2019, a storcere il naso di fronte a certi numeri – la cifra di 1.361 arrivi – erano stati il sindaco di Lampedusa Totò Martello, sostenendo che i cosiddetti “sbarchi fantasma”, come quelli di ieri, non si erano mai fermati, e Claudio Lombardo, presidente di MareAmico, un’associazione ambientalista dell’Agrigentino intervistato dal Qds.it nell’agosto scorso.

Lonbardo, un medico di 61 anni che, oltre a lavorare per la Asp di Agrigento, da un quarto di secolo si occupa di Ambiente ed è presidente provinciale dell’associazione MareAmico, ci aveva fornito a una stima che raddoppiava i numeri ufficiali del Viminale a guida leghista. E questo per via di quegli “sbarchi fantasma” di cui non c’era traccia nei dati ufficiali del Ministero dell’Interno.

Claudio Lombardo, presidente di MareAmico

“Da quel che abbiamo potuto riscontrare di persona – aveva affemato Lombardo – e dalle informazioni che ci giungono da altre regioni come Calabria, Puglia e Sardegna, possiamo stimare che almeno altri seimila migranti siano giunti in Italia” nella prima metà del 2019.

Le dichiarazioni del procuratore Patronaggio

Le affermazioni di Lombardo erano confortate da prestigiose dichiarazioni: durante la sua audizione, nei primi di luglio del 2019, davanti alle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera in vista dell’esame del cosiddetto Decreto sicurezza, il procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio aveva ricordato come nei pochi giorni in cui “si agitava il caso della Sea Watch 3 (con soli 42 migranti a bordo ndr), in silenzio, oltre duecento migranti erano sbarcati con vari mezzi, salvataggi di Guardia di finanza e Guardia costiera o barchini”.

I vari tipi di sbarco fantasma

Lombardo aveva anche spiegato che ci sono vari tipi di sbarchi fantasma, articolati a seconda del tipo di approdo: in Puglia e in Calabria i migranti giungono dal Mar Egeo, quasi sempre con barche a vela, in Sardegna arrivano provenienti dall’Algeria, e su tutte le coste siciliane, da Trapani a Licata, sui barchini.

La nave madre e il barchino al traino

Una nave madre che traina un barchino fotografata da Frontex

“La gran parte della traversata verso la Sicilia – aveva sottolineato Lombardo – viene compiuta con la cosiddetta nave-madre. Poi, vicino la costa, i migranti vengono fatti salire a gruppi su imbarcazioni più piccole, che possono contenere fino a settanta persone. Il sistema è stato documentato con immagini e foto in due diverse operazioni di Frontex”.

Frontex e le immagini della nave-madre

“I migranti – ha continuato Lombardo – vengono trasbordati su piccoli pescherecci in legno, di dimensioni inferiori ai venti metri così da non essere individuati da radar e altri sistemi di rilevazione. Questi barchini giungono o di notte o su spiagge deserte e subito i migranti di dileguano, abbandonandoli. Sono quasi tutti tunisini, perché i migranti economici hanno quest’unica possibilità di entrare in Italia, e dunque in Europa, per via della legge Bossi-Fini”.

Anche il procuratore Patronaggio – parlando alla fine di giugno davanti alla Commissione regionale antimafia dopo aver ricevuto minacce di morte legate alla vicenda dei migranti da parte di organizzazioni di estrema destra – aveva dichiarato che “Organizzazioni tunisine gestiscono ‘navi-madre’ per condurre le piccole imbarcazioni piene di migranti vicino alle coste italiane”.

Il magistrato ha confermato la presenza di “grossi pescherecci” gestiti dagli scafisti nordafricani facendo riferimento al fenomeno degli “sbarchi fantasma” sulle coste agrigentine, “dove i migranti dopo il loro arrivo spesso fanno perdere le loro tracce”.

Alarm Phone, barca con 91 a bordo chiedeva soccorso, interviene la Libia

Intanto questa mattina una barca in pericolo con a bordo circa 91 persone in fuga dalla Libia ha chiamato Alarm Phone, che ha riferito: “Sono disperati e hanno bisogno di soccorso immediato”.

Il servizio telefonico che aiuta i migranti in difficoltà nel Mediterraneo aveva riferito che il barcone si trovava a sessanta miglia da Al Khoms.

“Abbiamo informato autorità libiche e europee – avevano detto in mattinata -, ma non rispondono al telefono. Non lasciateli annegare!”.

Nel pomeriggio sono intervenute nuove notizie.

“La cosiddetta Guardia Costiera libica – ha riferito Alarm Phone – ci ha detto che la nave container MS Anne soccorrerà le circa 91 persone in pericolo e le riporterà in Libia”.

“Siamo sollevati – ha concluso l’organizzazione – che siano stati mandati i soccorsi, ma contestiamo il fatto che vengano riportati in Libia, un paese in guerra, contro la loro volontà”.