Politica

Migranti, domani si presenta il “Manifesto di Palermo”

Mentre l’Italia e l’Europa continuano a bloccare le navi di soccorso e a stanziare fondi pubblici con il solo obiettivo di bloccare gli arrivi, le denunce che arrivano dalle organizzazioni indipendenti e dagli organismi della Nazioni Unite rispetto alla drammatica situazione in Libia continuano a rimanere inascoltati.

Lo afferma un cartello di associazioni che ha stilato il “manifesto di Palermo sulle migrazioni” che ribadisce le richieste “in tema di radicale modifica delle politiche migratorie italiane ed europee”.

Da esso partirà una campagna per chiedere: canali legali di accesso, corridoi umanitari, una missione europea Search and Rescue nel Mediterraneo centrale, interruzione della criminalizzazione della solidarietà, basta violenza alle frontiere, stop esternalizzazione delle frontiere, diritti umani nei centri di prima accoglienza.

Il “Manifesto” sarà illustrato domani alle ore 19.30 nel CreZi.Plus ai Cantieri Culturali alla Zisa a Palermo durante l’incontro pubblico “Le organizzazioni del soccorso in mare incontrano Palermo”.

Hanno aderito: Forum Antirazzista Palermo, ADIF, CESIE, Gambian Association – Palermo, Nio Far, Moltivolti, Basta Violenza alle Frontiere, Legambiente Palermo, booq, Diaria, Borderline Sicilia, borderline-europe, Bocs Aps, Mediterranea Saving Humans, Ciss, Arci Porco Rosso, Centro Diaconale “La Noce” Istituto Valdese, Prism Impresa sociale, Cepeis, Comitato di base No Muos – Palermo, Sea Watch, Cgil – Palermo, Emmaus Palermo odv, Legambiente Sicilia, Per il Pane e le Rose, Watch the Med – Alarm Phone, Forum Lampedusa Solidale, Arci Palermo, Comitato Antirazzista Cobas, Cobas Scuola Palermo, Rete Anticoloniale Siciliana, Ikenga, Laboratorio Andrea Ballarò, Arte Migrante Palermo, Laici Comboniani Palermo La Zattera, Ecomuseo Mare Memoria Viva, Green Italia, Refugees Welcome Italia – Palermo, TrinArt.

Ieri sera, intanto, una barca con circa settanta persone a bordo, in difficoltà al largo delle coste libiche di Zuwarah, ha contattato Alarm Phone.

“Hanno bisogno di soccorso urgente. Il motore non funziona, onde e vento mettono in pericolo la barca”, ha fatto sapere il servizio telefonico, rendendo noto che “le autorità sono state informate, ma la cosiddetta Guardia costiera libica non è raggiungibile”.