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Migranti, giornata decisiva, oggi focus in Libia e in Italia

Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio sarà oggi in Libia per discutere di migranti accompagnato dal commissario dell’Unione Europea per il Vicinato e l’Allargamento, Olivér Várhelyi, e dal collega maltese Everist Bartolo Bartolo. In programma è un incontro con il premier Dabaiba e i ministri di Esteri e Interno libici, Mangoush e Mazen, in preparazione della visita di Roma di lunedì prossimo, 31 maggio.

La missione, a quanto si è appreso da fonti diplomatiche, si pone l’obiettivo di avviare un importante focus sulle questioni migratorie nell’ambito di un percorso per definire il sostegno dell’Ue, con l’Italia capofila, alla ripresa socio-economica della Libia.

Sempre oggi, intanto, a Roma, la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese riceverà le Ong impegnate nel Mediterraneo nei soccorsi dei migranti, dalle quali, ha dichiarato, si aspetta “collaborazione”. E “nel solco dei rapporti già avviati” nei due incontri avuti finora con le organizzazioni non governative, la Ministro ha preannunciato una riunione “concreta e fattiva” e “di rinnovata collaborazione”.

Una collaborazione indispensabile perché anche se “l’accordo con la Tunisia sta funzionando” grazie ai “termini di flessibilità per i rimpatri”, la partita con Bruxelles sulla ridistribuzione dei migranti non è affatto chiusa, per le resistenze di alcuni Paesi Ue, a cominciare da quelli sovranisti sostenuti dal predecessore di Luciana Lamorgese, il capo della Lega Matteo Salvini.

“Draghi è andato a parlare in Europa”, ha rimarcato la Ministro durante la sua visita di ieri a Palermo per partecipare in Prefettura al Comitato per l’ordine e la sicurezza: “aver messo su tavolo dell’Ue il problema delle migrazioni è importante” perché “occorre far sentire la nostra voce”.

“Credo – ha spiegato – che con autorevolezza non solo del Premier, ma delle azioni poste in essere stiamo dimostrando che ci può essere una migrazione sostenibile e umana, ma nello stesso tempo deve avere delle regole. Basterebbe una ricollocazione facoltativa, ma con quote obbligatorie. Sono stata a Parigi e la scorsa settimana a Tunisi proprio per cercare di valorizzare l’accordo di Malta, che però non ha dato i risultati sperati. Ci sono alcuni Paesi che non accetteranno la ricollocazione facoltativa”.

I rapporti con la Tunisia, intanto, proseguono serrati.

“Facciamo – ha detto la Ministro – ottanta rimpatri a settimana, perché la Tunisia è un Paese sicuro. L’accordo prevede anche un partenariato da parte dell’Ue per far risollevare le sorti economico-finanziarie e sociali della Tunisia. Se i tunisini partono rischiando anche la vita è perché ritengono di non avere una vita dignitosa nel proprio Paese”.

Luciana Lamorgese ha rassicurato il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, che due settimane fa era andato a trovarla a Roma con il sindaco di Lampedusa Totò Martello per parlare della relazione dei Servizi segreti che prevedeva un flusso di oltre settantamila migranti pronto a partire dalle coste nordafricane.

“L’Unione europea – aveva detto Musumeci in videoconferenza dalla commissione Libe, presieduta da Lòpez Aguilar – non sia cinica e si faccia carico della immane tragedia della migrazione invece di girarsi dall’altra parte. Non potete lasciare da sola la Sicilia.In questa estate moriranno tante altre persone su quella maledetta rotta, soprattutto donne e bambini. E’ una tragedia annunciata”.

Intanto a Lampedusa sono ripresi gli sbarchi: ieri erano giunti quattro barconi per un totale di 138 persone.

Durante la notte si sono registrati altri due approdi per un totale di altri 36 tunisini e stamattina duecentocinque migranti sono stati intercettati a bordo di un barcone da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza.

Nell’hotspot di contrada Imbriacola, al momento, ci sono 379 persone.

E ieri a tarda sera si è appreso che la nave Aita Mari della ong spagnola Salvamento maritimo humanitario ha soccorso cinquanta migranti che si trovavano alla deriva su un’imbarcazione nel Mediterraneo centrale, partita dalla Libia. A bordo c’erano anche quattro minori.