Interviste

Migranti, Martello, “L’Ue prenda coscienza, da Salvini solo polemiche”

“Ponte” tra le coste nordafricane e il Sud d’Europa, Lampedusa è da anni, proprio per la sua strategica posizione geografica, una delle principali mete delle rotte dei migranti africani nel Mediterraneo.

Abbiamo interpellato il primo cittadino, Totò Martello, per capire come l’isola stia affrontando e gestendo quella che ormai è diventata un’emergenza cronica.

Sindaco Martello, partiamo dai numeri. I migranti sbarcati quest’anno sono raddoppiati rispetto al 2020. Può tracciarci un quadro dell’attuale situazione?
“Il problema è sempre lo stesso, nel senso che non cambia ormai dall’inizio dell’anno: ogni qualvolta c’è bel tempo, arrivano migranti. L’altro giorno c’è stato una specie di shock nel vedere arrivare un’unica imbarcazione che portava all’incirca settecento persone. Parlo di shock relativamente al quantitativo di persone trasportate in un’unica soluzione, anche perché nell’arco di un giorno, avendo 20-25 sbarchi di barchette piccole, riusciamo ad avere seicento-settecento persone in totale, quindi non cambia nulla dal punto di vista della quantità. Venerdì scorso c’è stato uno sbarco di tredici persone con una pecora al seguito”.

Qual è l’iter che viene seguito non appena i migranti arrivano sull’isola?
“Il sistema che abbiamo è un sistema sicuro, perché le persone che arrivano vengono portate all’interno del centro, vengono sottoposte a tampone e riconosciute. Da due settimane a questa parte facciamo loro anche i vaccini e poi vengono trasferite sulle navi quarantena, all’interno delle quali osservano i dieci giorni di isolamento: se sono negativi vengono sbarcati, se sono positivi continuano a restare sulle navi”.

Ha trovato nel Governo Draghi un interlocutore attento al problema?
“Abbiamo collegamenti diretti e quotidiani con il ministero dell’Interno, però quello che stiamo affrontando attualmente in Italia è solo il fenomeno dell’accoglienza. Per quanto riguarda invece il problema delle migrazioni questo non viene affrontato né dall’Italia e neanche dall’Europa. Ancora oggi si fa una distinzione fra rifugiati e migranti economici: l’Europa si interessa dei primi e non si interessa dei secondi quindi fondamentalmente il problema resta uguale identico a come era prima”.

Lei ha più volte criticato l’atteggiamento dell’Ue su questo tema. Cosa si aspetta dall’Europa per cercare di risolvere questa emergenza diventata ormai cronica?
“Continuo a criticare l’atteggiamento dell’Europa sul tema. Mi aspetto che si prenda coscienza che il fenomeno delle migrazioni è un problema che riguarda l’intera Europa e l’intero continente europeo: devono prendere atto che il movimento delle persone non riuscirà a fermarlo nessuno, neanche i populisti che stanno nascendo o che sono nati in Europa”.

Una domanda provocatoria: alla luce dei dati che registrano un raddoppiamento dei migranti sbarcati dal 2020 al 2021 e addirittura un aumento di sette volte rispetto al 2019, aveva ragione Salvini?
“No, non aveva ragione per un semplice motivo: perché le cose che lui diceva sui mass media non corrispondevano alla verità, nel senso che parlava di porti chiusi e i porti erano aperti, parlava di rimpatri e non ha rimpatriato nessuno. Ancora oggi continua a fare polemica sul fenomeno dei migranti senza avere mai il coraggio di presentare un disegno di legge concreto in Parlamento e non all’opinione pubblica”.