Cronaca

Migranti, Ocean Viking, “Ue ci assegni un porto sicuro”

L’Ocean Viking, la nave di soccorso noleggiata da Sos Mediterranee e gestita con Msf (Medici Senza Frontiere) che ieri, in due distinte operazioni, ha messo in salvo 176 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà, rende noto di aver chiesto, secondo il diritto marittimo, alle autorità libiche un porto sicuro per sbarcare le 176 persone salvate.

La nave si è diretta verso Nord ed ora si trova in acque internazionali tra Lampedusa e Malta.

“Con le autorità libiche che non offrono alternative a Tripoli come ‘place of safety’ (porto sicuro), contrariamente alle leggi internazionali – scrive Msf in un tweet – noi chiediamo a Malta e Italia di consentire una dignitoso sbarco per tutte le 176 persone a bordo”.

“Poiché ci è stato indicato quello di Tripoli come porto di sbarco – spiegano – abbiamo rifiutato in quanto, secondo il diritto e le convenzioni internazionali, nessun luogo in Libia può essere considerato attualmente un luogo sicuro”.
“Mentre la Ocean Viking – ha detto Frederic Penard, direttore delle operazioni di Sos Mediterranee – si sta dirigendo a nord esortiamo gli Stati membri dell’Ue e le autorità competenti ad assegnarci prontamente un porto in cui le 176 persone salvate possano essere sbarcate in sicurezza. Questi, uomini, donne, bambini hanno attraversato un viaggio terribile e spaventoso in mare. Il salvataggio potrà considerarsi concluso solo una volta che queste persone raggiungeranno una costa in cui potranno ricevere cure”.

“Istituire un meccanismo prevedibile di sbarco”

“Finora – hanno sottolineato le organizzazioni umanitarie Sos Mediterranee e Medici senza frontiere – i governi della Ue non sono riusciti a istituire un meccanismo prevedibile di sbarco in conformità con il diritto marittimo. Gli accordi ad hoc non possono essere la soluzione. Invitiamo i governi a porre fine a questa situazione inaccettabile”.

Ocean Viking ha infine reso noto di aver ricevuto nelle scorse ore una comunicazione dalle autorità marittime libiche con informazioni riguardanti una imbarcazione in difficoltà e la sua posizione approssimativa: alla nave è stato chiesto di procedere alla ricerca e al soccorso. La Ocean Viking ha seguito le istruzioni ma, dopo più di 9 ore di ricerca, non ha trovato l’imbarcazione in difficoltà.

“A una richiesta del nostro coordinatore per la ricerca e il soccorso a bordo – hanno spiegato i rappresentanti delle Ong -, le autorità libiche non hanno fornito ulteriori informazioni. E’ stata la prima volta che la Ocean Viking ha ricevuto dalle autorità libiche una richiesta scritta di impegnarsi in un’operazione di ricerca e soccorso”.

Bel tempo e quadro politico fanno aumentare i viaggi

Intanto, le condizioni del mare favorevoli e l’instabilità del quadro politico internazionale spingono nel Mediterraneo sempre più barconi carichi di donne, uomini e bambini in fuga da guerre, fame e disperazione.

“L’intensificazione dei flussi migratori che stanno mettendo in crisi i Paesi della frontiera orientale – ha sottolineato ieri la ministro dell’Interno Luciana Lamorgese – richiede un approccio europeo solidale: non possono essere lasciati soli gli stati più esposti”.

A Lampedusa all’alba altri duecento migranti

Dopo i 76 di ieri, stamattina all’alba altri duecento migranti sono giunti all’alba a Lampedusa a bordo di tre barconi.

Tutti sono stati portati nell’hotspot di contrada Imbriacola, che potrebbe ospitare una novantina di persone e dove invece ce ne sono attualmente circa quattrocento.

Il sindaco di Lampedusa Totò Martello è tornato a rivolgersi alle autorità perché la situazione venga risolta.

“Chiedo alla classe politica italiana – ha detto – , di fare subito qualcosa nelle politiche sui migranti: non si può pensare che nascondendo la testa sotto la sabbia, la situazione cambierà da sola”.

“Ci sono stati altri morti appena pochi giorni fa – ha aggiunto – ma a Lampedusa non si è visto nessuno, eravamo solo noi lampedusani a piangere quella gente. Adesso altri sbarchi, che in realtà non si sono mai fermati, eppure continuiamo a non avere segnali di sostegno dalle istituzioni”.

“Ho espresso la mia preoccupazione – ha concluso il Sindaco – per la situazione ai confini della Siria, sulla guerra della Turchia contro il popolo Curdo. Quello che qualcuno non capisce, o fa finta di non capire, è che i flussi migratori sono direttamente collegati a certi eventi, bisogna farsi trovare preparati, non si può inseguire l’emergenza. E soprattutto continuo a ripetere che i territori di frontiera come Lampedusa non possono essere abbandonati”.