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Migranti, Oim, ancora problemi nei centri in Libia

Sessanta migranti soccorsi da una nave mercantile nel Mediterraneo centrale e riportati in Libia si sono rifiutati ieri di sbarcare a Tripoli.

Lo ha reso noto l’Oim esprimendo “serie preoccupazioni” per la sicurezza dei migranti.

“Al team Oim che ha fornito assistenza a bordo – ha scritto in un tweet la rappresentanza in Libia dell’Organizzazione delle migrazioni – è stato chiesto dalle autorità di lasciare il porto di sbarco”.

Ai rappresentanti dell’Oim i migranti avrebbero anche raccontato che a bordo del gommone con cui hanno tentato di raggiungere l’Europa sarebbe salito anche un giovane nigeriano ferito. Il ragazzo, sempre secondo il racconto dei migranti, sarebbe stato colpito a terra con un’arma da fuoco e sarebbe morto durante il viaggio.

Secondo la versione raccontata ad Alarm Phone, invece, sarebbe stata la Guardia Costiera libica a sparare al migrante gettando poi il corpo in mare.

“Siamo stati chiamati da alcuni dei migranti – ha scritto Alarm Phone in un tweet – dicono che alcune delle 65 persone si stanno rifiutando di sbarcare a Tripoli, e che la cosiddetta Guardia Costiera ha sparato a un migrante e gettato il corpo in mare”.

Nella tarda serata, poi, tutti i migranti che si erano rifiutati di sbarcare, sono stati fatti scendere e portati in un centro di detenzione.

Lo ha scritto in un tweet l’Oim Libia sottolineando che nelle ultime 48 ore sono circa 300 i migranti che sono stati rimpatriati in Libia.

“L’Oim ribadisce la necessità di un meccanismo di sbarco ordinato e sicuro nel Mediterraneo centrale, la Libia non è un porto sicuro” ha affermato l’Organizzazione in un ulteriore tweet.

In merito alla notizia del migrante che sarebbe stato ucciso dalla Guardia Costiera, secondo l’Oim “i racconti dei testimoni oculari non lo confermano”.

“I migranti hanno detto al nostro personale sul posto – scrive l’Oim – che il migrante ha subito ferite prima di imbarcarsi”.