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Migranti, Pagano (Lega), parentopoli con Carabinieri coinvolti nello Sprar di Roccamena?

Ci sarebbe un caso di “parentopoli” allo Sprar di Roccamena (Palermo) il centro d’accoglienza che da qualche anno accoglie una trentina di migranti tra i quali ci sono giovani donne e bambini?

Se lo chiede in un’interrogazione alla ministro dell’Interno Luciana Lamorgese il deputato della Lega Alessandro Pagano.

“Diversi anni fa – si legge nell’interrogazione – una donna ha presentato alla Prefettura un esposto per un presunto caso di parentopoli allo Sprar. La donna, che abita nel paesino del palermitano, è vedova e ha un figlio disoccupato che, in base ai titoli, è uno dei pochi nel paese a poter lavorare nello Sprar in quanto, a quanto consta dell’interrogante, è un mediatore interculturale”.

“La signora D.P. – continua l’interrogazione – , esasperata, ha denunciato che all’interno dello Sprar venivano assunti soltanto parenti degli allora amministratori comunali, assessori e consiglieri, oltreché la moglie dell’ex comandante della stazione locale dei Carabinieri, chiedendo chiarimenti alle autorità locali di pubblica sicurezza sui criteri di assunzione in questo Sprar e segnalando alle istituzioni la situazione del figlio perché potessero dare qualche sostegno. Per tutta risposta l’allora sindaco di Roccamena ha denunciato la signora D.P. per calunnia”.

Ricordando che il pubblico ministero, Felice De Benedittis, ha chiesto l’archiviazione del caso spiegando puntualmente, con parole che non hanno nascosto anche un qualche imbarazzo, che non ci fossero gli estremi per l’accusa di calunnia, nell’interrogazione Pagano chiede alla ministro Lamorgese “se sia a conoscenza dei fatti illustrati e se possa chiarire, per quanto di competenza, cosa sia accaduto nella gestione dello Sprar in provincia di Palermo, anche con riferimento alla stazione locale dei Carabinieri e alla Prefettura di Palermo”.