Cronaca

Migranti, sbarchi fantasma, morti e guerra alle Ong

Con il consueto spregio delle norme internazionali sui porti sicuri e sulla stessa geografia, il capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha voluto oggi dare “un preavviso” alla nave di Open Arms, “l’unica Ong che è rimasta in giro da quelle parti è una Ong spagnola”.

“Sappia il governo spagnolo – ha detto Salvini – che in un’eventualità di avvicinamento alle coste italiane noi mandiamo a Barcellona e sicuramente non a Lampedusa”.

“È qualche giorno che non c’è più neanche mezzo sbarco” ha poi aggiunto, “dimenticando” che Proseguono a Lampedusa i cosiddetti “mini sbarchi”.

Così come ripetutamente denunciato dal sindaco dell’Isola, Totò Martello – che per questo ha detto di non esser più stato intervistato dalle reti dei servizio pubblico nazionale – gli sbarchi fantasma sono stati settecento soltanto nello scorso mese di giugno.

E proprio la notte scorsa prima un barchino con sette persone a bordo è stato intercettato a poche miglia dall’isola da una motovedetta della Guardia Costiera che lo ha rimorchiato in porto e poi un’altra imbarcazione è approdata nel molo Favaloro.

Tutti sarebbero partiti dalla coste tunisine direttamente o a bordo di “navi madre” e sono stati trasferiti nell’Hot spot dell’isola.

“Stranamente – ha sottolineato Salvini – senza navi delle ong a gironzolare davanti alla Libia, siamo al quarto giorno senza sbarchi, sarà una coincidenza”.

Ha anche in questo caso scordato di dire, il capo della Lega Nord, che è salito a 72 il numero di corpi rinvenuti a seguito del naufragio di un gommone, con a bordo oltre 80 migranti, avvenuto al largo delle coste tunisine di Zarzis.

Lo ha reso noto il portavoce della Guardia costiera tunisina per il distretto sud, Rachid Bouzidi, all’agenzia di stampa tunisina Tap, precisando che la maggior parte dei cadaveri sono stati ritrovati sulle coste di Zarzis, Djerba e El Ketf a Ben Guerdane.

Una dozzina i migranti ancora dispersi.

I loro corpi, in decomposizione, sono stati trasferiti all’ospedale di Gabes per le analisi genetiche e poi per la sepoltura a Gabes o a Zarzis, nel cimitero riservato ai migranti, già saturo per via della grande frequenza di naufragi di migranti partiti dalle coste libiche avvenuti in quel tratto di Mediterraneo.

Secondo le dichiarazioni raccolte da uno dei sopravvissuti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), a bordo del gommone, partito dalle coste libiche di Zwara in direzione Italia, vi erano 86 persone.

Solo tre i sopravvissuti.