Politica

Migranti, sindaco Pozzallo: “Ue ancora prigioniera di egoismi’

Fortunatamente, in Italia, abbiamo il presidente Mattarella che ogni tanto ci dà la sveglia. Lui e Papa Francesco sono due grandi pilastri, gli unici due punti di riferimento che hanno impostato il tema dell’immigrazione su grande sensibilità ma anche grande pragmatismo”. Così il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, da sempre fra le città siciliane in prima linea nell’accoglienza, commenta all’Adnkronos le parole pronunciate ieri dal Capo dello Stato che ha definito “preistoriche” le norme sull’immigrazione e richiamato l’Europa a “un’azione coordinata”.

“Speriamo che questa volta l’efficacia del suo intervento possa scuotere le coscienze di chi governa l’Italia, andando oltre anche le divisioni politiche fra maggioranza e opposizione, perché – sottolinea – ci sono alcune questioni che devono essere affrontate senza alzare bandierine”. Fra le “norme preistoriche” di cui ha parlato Mattarella c’è il Trattato di Dublino, “un accordo – evidenzia Ammatuna – che ormai ha fatto il suo tempo. Ma per cambiarlo occorre una grande battaglia diplomatica e un grande raccordo con Francia, Spagna e Germania. Sono questi i nostri interlocutori, non gli amici della Meloni, come Orban o la Polonia. Il Capo dello Stato interpreta in maniera eccezionale la situazione, non fa propaganda politica, non fa spot”.

Per il sindaco di Pozzallo, l’Unione rimane prigioniera “degli egoismi dei singoli Stati” e “timorosa nell’affrontare un tema che non porta ritorni elettorali”. “Ma se non si guarda oltre il proprio naso – dice – corriamo il rischio di essere travolti tutti”. Al governo italiano, l’accusa di aver “ragionato sulla politica dell’immediato”, “di aver messo in atto provvedimenti che non hanno aiutato ad avere buoni rapporti con gli altri Paesi”. Fra questi l’abolizione della protezione speciale per i migranti, contenuta nel cosiddetto Decreto Cutro: “Gli altri paesi lo interpretano come un voler scaricare il peso”. E aggiunge: “Io sono trasecolato: un Paese di 60 milioni di abitanti che perde il proprio tempo su se avere ancora una protezione speciale oppure no. Stiamo parlando di 10mila persone, parliamo del nulla”.

La domanda che ritorna, per il primo cittadino, è “qual è l’iniziativa del governo italiano in Europa?”. “Bisogna battagliare nei contesti internazionali, mentre i nostri politici sono leoni in Italia e pecore in Europa – dice – E poi occorre una politica estera degna di questo nome. Facciamo una grande battaglia per una forza umanitaria nel Mediterraneo, rafforziamo il lavoro delle Ong, salviamo le vite umane e, al contempo, portiamo avanti una battaglia diplomatica in stretto rapporto con i grandi paesi europei”. “Le forze politiche – conclude – purtroppo hanno ancora questa scarsa consapevolezza della gravità e dell’importanza del fenomeno dell’immigrazione e sperano di poterlo usare ancora per avere consensi elettorali in più. Ma non è questa la strada”.