Fatti

Migranti: nuova polemica tra Mediterranea e Marina militare

ROMA – Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, interviene sulla polemica sollevata da una Ong in merito al salvataggio dei migranti operato ieri dalla Marina italiana.  “Rispetto per i nostri militari e in questo caso per la Marina. Nessuno si permetta di infangare il lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne in uniforme – ha detto Trenta – Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. A nessuno, sia molto chiaro. E lo dico perché qualche quotidiano e una Ong hanno alluso a questo, lasciando intendere che una nave militare italiana non sia intervenuta per salvare un barcone di migranti diretto verso le coste italiane. È del tutto falso e strumentale”.

Sono stati oltre cento i migranti salvati dalla Marina Militare a bordo di nave Cigala Fulgosi. Non risulta alcuna persona deceduta, tra loro ci sono 17 donne e 23 minori.  Il soccorso, ha detto la Marina, è avvenuto ieri mattina quando la nave Cigala Fulgosi ha raggiunto il gommone “in acque internazionali a circa 90 miglia a sud di Lampedusa”. Constatate le condizioni del natante con motore spento, in precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, la Marina ha deciso di intervenire tempestivamente. 

La Ong Mediterranea saving humans aveva commentato con un tweet la vicenda. “Apprendiamo con gioia – aveva scritto la Ong – che non ci sarebbe alcuna vittima a seguito del ‘distress’ che da ieri era segnalato e che rischiava di diventare l’ennesima strage. Siamo grati all’equipaggio e al comandante della nave della Marina militare P490 Cigala Fulgosi per aver operato il soccorso. Non comprendiamo – ha aggiunto la Ong – perché si sia aspettato tanto, mettendo in grave pericolo queste persone. Chiediamo ora che vengano sbarcate in un porto sicuro, e protette. Vengono dall’inferno libico, hanno già patito abbastanza”. 

“Quando è arrivato l’allarme ai nostri uomini – ha ricostruito il ministro Trenta – la nave italiana si trovava a 80 chilometri di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c’è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro. Anzi. La vita umana è sacra, ma questo non può voler dire accogliere tutti indiscriminatamente. In poco meno di un’ora, i militari italiani hanno appurato che era già in atto un’operazione di soccorso da parte della guardia costiera libica ed hanno offerto tutto il supporto necessario”.