Editoriale Grimaldi

Miracolo a New York

Si sono incontrati e si son stretti la mano: come s’usava un tempo tra gentiluomini d’antico stampo che con quel gesto suggellavano patti con valore assoluto per la responsabilità che assumevano e per la dignità loro che mettevano in gioco. Più che un atto scritto dal notaio e testimoni i due che a mani destre tese si guardavano negli occhi ed il gioco era fatto.

E Zelensky per far ciò è uscito per la prima volta, dal 24 Febbraio scorso, dal suo paese e con un viaggio di circa 24 ore, ha raggiunto gli Stati Uniti per incontrare Biden, il “Commander in Chief” della guerra tra Russia ed USA che vede il suo desolato paese a cuscinetto tra due imperi, ieri assieme per debellare l’esercito nazista ed oggi l’un contro l’altro armati.

Con un dispendio economico inimmaginabile: ad oggi (dopo i 18 miliardi promessi da Usa per materiale bellico) secondo la “Ifw” di ben 99,6 miliardi di dollari dei quali 47,8 dall’Europa. Il tutto sventolato al Congresso USA ove, anche da parte dei repubblicani (maggioranza alla Camera dei Rappresentanti) tutti hanno partecipato alla standing ovation seguita al discorso della vittima sacrificale: Zelensky.
Per ambedue le parti occidentali in “conflitto” la guerra andrà avanti per tutto il 2023 nonostante si mantengano aperte le vie diplomatiche; ma per Putin non c’è nessuna previsione di fine guerra se non quella legata alla sconfitta dell’Ukraina e riappropriazione delle terre (Crimea inclusa) che storicamente erano dell’Impero Russo. Quanto dire, come nella canzone di Gino Paoli, ”Senza fine”!


L’idea occidentale di voler sconfiggere la Russia, destituire l’amministrazione Putin e creare un nuovo mondo come nella sinfonia di Dvorak, vista scenicamente è interessante ed affascinante. Ma se si va a guardare il quadro geopolitico ci si accorge che Putin ha con se circa il 60% delle popolazioni (circa 5 miliardi di essere umani) distribuiti in Cina, India, Asia ed altri paesi meno grandi che stanno seduti a veder la piega che assume un conflitto che se vinto dall’Occidente significherebbe egemonia statunitense. Che ovviamente son ben lungi dall’accettare.

E l’ONU che sarebbe dovuta intervenire fin dal primo colpo di cannone è incapacitata a fare il suo lavoro, per il quale il 25 Giugno 1945 fu costituita. Le difficoltà sono legate alla paura,ove intervenisse, di fare la fine della Società delle Nazioni. Ma anche dal fatto che le 5 potenze con il diritto di veto in Consiglio di sicurezza impediscono di prendere una risoluzione. Cina e Russia bloccherebbero un intervento dei Caschi Blu, Francia e Inghilterra potrebbero anche non volere per non dimostrare la incapacità Usa a trattare da sola “l’affaire”. Ed in questo caso solo un voto unanime della Assemblea potrebbe scoraggiare quanti in conflitto e avviare la pace.
Ma perché ciò accade occorre un miracolo. Ovviamente all’Onu, New York.
BUON NATALE !