Non rilasciò mai un’intervista ad un giornalista. Tanto meno italiano. Per 8 legislature membro della Duma – il Parlamento sovietico -, ambasciatore in USA, all’ONU e UK e quindi – voluto da Kruscev – Ministro degli esteri dell’URSS dal 1957 al 1985. Nessuno al mondo ha tenuto tale posizione per 29 anni: 4 volte ricevuto da Paolo VI, poliglotta e di buona cultura: Andrej Gromyko, al secolo “il signor NO (nyet). Morì ad 80 anni e nel testamento scrisse che non voleva essere sepolto al Cremlino.
A pendant: Sergey Lavrov,72 anni, laurea in relazioni internazionali, poliglotta, per 10 anni Ambasciatore della Federazione Russa (voluto da Putin) all’ONU ove per sette volte è stato eletto presidente del Consiglio di Sicurezza, uomo di buona cultura, Ministro degli Esteri della Russia dal 2004. Oggi arcinoto per avere rilasciato una intervista “secca” -senza dibattito – ad un giornalista Italiano, Brindisi, alla tv – lunga e piena di affermazioni apodittiche, ovviamente non contestate dall’intervistatore in base al contratto di ingaggio. Putiniano di ferro, ma aperto al dialogo diplomatico pur usando il “nyet”: brand russo qualificante.
E in Italia scoppia una bagarre impensabile. Che coinvolge uomini di Stato, politici, giornalisti ed i media da manca a dritta. Dimenticando che l’Italia non è in guerra con la Russia né alleato dell’Ucraina ed il cui Presidente, a Strasburgo, ha dichiarato che la via diplomatica deve essere soluzione da considerare unica, pena le minacce nucleari da Est ad Ovest. Tutto questo cancan quando bastava dire che il Ministro aveva detto delle cose inaccettabili per chi la pensa diversamente. Alias: libertà di stampa e di opinione. Sacre.
Ci ha pensato il Papa con la intervista al Corriere a rimettere le cose quasi a posto offrendosi di andare a Mosca per incontrare Putin – che gli aveva reso visita tre anni fa – per tentare una mediazione sul cessate il fuoco e poi poter avviare un negoziato di pace tra l’ invasore e l’invaso con, dice il Papa, colpe forse da ambo le parti. Pensiero non commentato, quasi fosse qualcosa che il “sacerdote” avesse appreso in confessione.
Per fortuna tutti – sembra – considerano Bergoglio il mediatore perfetto. Anche la Russia che ha fatto dire dal suo Ambasciatore in Vaticano che il gesto è stato molto apprezzato: segno che da Stalin che a Yalta, Crimea 1945, chiedeva a Churchill quante divisioni avesse Pio XII ed alla risposta che non ne aveva manco una disse “allora non è il caso parlarne” ad oggi, qualcosa a Mosca è cambiato e pur nella follia globale che ha invaso il mondo l’uomo in bianco ha un credito che nessuno ha.
Giusto. Al punto che Putin saputo che il 9 Maggio è non solo la ricorrenza della vittoria Russa sui Tedeschi nel 1945, ma anche il giorno della mamma e della dichiarazione dell’Impero sui colli fatali di Roma di Mussolini (1936), ha pensato che è meglio parlar d’altro e rimandare – dopo il colloquio con l’Argentino Francesco? – a miglior data dichiarazioni di guerra o quant’altro.
Non tutti i mali vengono per nuocere.