MISTERBIANCO – è polemica sulla ricerca di un immobile da parte dell’Asp di Catania per riunire gli uffici sanitari di Misterbianco, nonostante vi sia già una struttura abbandonata, il Poliambulatorio di via Galilei, che già in passato aveva ospitato l’Azienda sanitaria provinciale. Nei giorni scorsi si è tenuto un sopralluogo nei locali comunali ex Movicar, dove si vorrebbe realizzare una nuova struttura, dove verranno allocati – si legge in un comunicato del Comune di Misterbianco – “i servizi sanitari riguardanti la guardia medica, il 118, l’ufficio vaccinazioni, igiene pubblica e medicina legale, lasciando fuori solamente l’ufficio del consultorio che dovrebbe avere la disponibilità di almeno sette locali, ma che attualmente è inattivo per carenza di personale (dovrebbe essere immesso in servizio a breve)”.
“Entro la prossima settimana – si legge nel comunicato del Comune, attualmente guidato da un commissario straordinario – i rispettivi uffici tecnici dopo uno scambio delle piantine planimetriche e dei servizi funzionanti all’interno della struttura, metteranno nero su bianco le modifiche da eseguire affinché il prossimo settembre possano essere liberate le aule da destinare alle lezioni scolastiche ed i servizi sanitari possano trovare posto tutti all’interno dei locali ex Movicar evitando così un frazionamento sul territorio degli stessi”.
Un disegno che però ha fatto storcere il naso ad alcuni sindacati e partiti politici. “Qual è il progetto dell’Asp di Catania per la medicina del territorio? Che cosa vuole farne, ad esempio, della struttura abbandonata del Poliambulatorio Galilei di Misterbianco? Non è tollerabile che vengano sprecate risorse pubbliche e parcellizzati i servizi. Intervenga la Regione siciliana per mettere fine a una penosa vicenda e ripensare seriamente a una medicina più vicina al cittadino”, commenta Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, con i segretari generali provinciali Armando Coco (Cisl Funzione pubblica) e Massimo De Natale (Cisl Medici).
“La vicenda degli uffici sanitari che si vogliono, e debbono, riunire a Misterbianco per liberare i locali scolastici dove attualmente sono alloggiati – spiegano – è l’occasione per chiedere finalmente all’Asp che cosa vuol farne della medicina di prossimità nel territorio a Misterbianco, come nel resto del territorio metropolitano. Non si può più andare avanti a inventare ambulatori e sedi volanti dove si investono risorse e dopo si abbandonano. L’emergenza Covid-19 ha fatto scoppiare tutte le contraddizioni di un sistema che si è rivelato fragile e inadeguato ad affrontare tanto lo straordinario quanto, e soprattutto, l’ordinarietà”.
Sulla vicenda è intervenuta anche la deputata regionale del Movimento 5 stelle, Jose Marano, che ha presentato un’interrogazione all’Ars per chiedere chiarimenti. “A Misterbianco – dice Marano – viene leso il diritto alla salute dei cittadini. Dal 2016 infatti i locali dove si effettuavano prestazioni sanitarie di via Galilei era stata dichiarata inagibile e il poliambulatorio era stato spostata prima a San Giorgio e poi nella scuola Leonardo Da vinci comportando la frammentazione delle prestazioni sanitarie erogate che prima invece erano fruibili in un unico sito”.
Una struttura abbandonata da quattro anni che, ricorda Attanasio, “aveva oltre 50 stanze, ospitava ambulatori, uffici, laboratori, guardia medica e 118”. “Purtroppo i locali – aggiunge la deputata Marano – di via Galilei sono stati vandalizzati. Si tratta di un patrimonio della Regione totalmente squalificato. Adesso, come se non bastasse, apprendiamo che l’Asp ha avviato già da mesi un bando per nuovi locali e di recente è stato effettuato un sopralluogo dai vertici dell’azienda sanitaria e dai commissari del Comune nei locali della ex Movicar per trasferire almeno temporaneamente i servizi. Tutto ciò appare come uno spreco e ho chiesto al governo regionale il motivo per cui non si sono ripristinati gli immobili di proprietà pubblica”.
E un confronto lo chiede anche il sindacato all’Asp “su quale progetto di medicina territoriale intende portare avanti non solo a Misterbianco ma nell’intera area metropolitana catanese, per trattare le patologie croniche in regime di prossimità di cura ai luoghi di vita e di lavoro, che coinvolgono molteplici fattori tipici della gestione del territorio e delle esigenze della comunità”.