Ambiente

Mobilità, in Sicilia le auto più inquinanti

PALERMO – Un quinto delle emissioni di gas serra è “merito” dei trasporti. Un peso specifico che diventa più gravoso in quelle regioni, come la Sicilia, dove le auto con gli standard emissivi più elevati continuano a rappresentare una fetta sin troppo importante del parco autovetture complessivo. I dettagli sono riportati nell’annuario 2019 dei dati ambientali dell’Ispra e, in particolare, nel capitolo relativo ai trasporti.

INCUBO VECCHIE AUTO
Un’auto su tre in Sicilia rientra tra l’Euro 0 e l’Euro 2, gli standard di “vecchia generazione” che determinano emissioni maggiori rispetto al resto del parco autovetture. Inoltre, l’Euro 0 pesa ancora per le autovetture più del 10% in Sicilia – fanno peggio solo Campania e Calabria – e riesce a superare il 30% per quanto riguarda i veicoli industriali.

La tipologia di veicolo, spiegano dall’Ispra, determina “un’elevata variabilità sia delle emissioni per chilometro percorso, sia della percentuale di abbattimento delle emissioni regolamentate (monossido di carbonio, ossidi di azoto, composti organici volatili e particolato) che aumenta man mano che si sale nella classe ‘Euro’”.

LA SOSTITUZIONE DEL PARCO
Secondo il centro studi del ministero dell’Ambiente, in Italia l’adeguamento della flotta “veicolare agli standard ambientali per i nuovi veicoli procede con un ritmo fisiologico di sostituzione del parco”. In generale è “ancora presente una quota non trascurabile di veicoli a benzina di classe Euro 0 (15,1%), mentre per le auto diesel questa quota è molto inferiore e pari al 3,3% circa”. Decisamente più critica è la situazione relativa al parco commerciale: in gran parte con “motorizzazioni diesel, dove il 21,6% dei veicoli ‘leggeri’ (furgoni) e il 39,8% dei veicoli ‘pesanti’ merci sono ancora di classe Euro I o inferiore”.

EMISSIONI DEI TRASPORTI
Un quinto delle emissioni totali di gas serra è responsabilità dei trasporti, per un dato che vale il 23,3% del totale. Quest’ultimo settore, assieme alle industrie energetiche, è il più pericoloso per l’aria che respiriamo. A fronte di una contrazione di quasi tre punti percentuali (-2,7%), tra il 1990 e il 2017, proprio nell’ultimo anno della rilevazione sono state ancora registrate 99.486,6 kt CO2 equivalenti su un totale di 427.707,8.

La buona tendenza è confermata, spiegano i tecnici dell’Ispra, dalle “dinamiche combinate del trasporto passeggeri, di cui l’autotrasporto privato è predominante, e del trasporto merci, ancora fondamentalmente legato al trasporto su gomma che hanno risentito del periodo di crisi economica dal 2007, pur mostrando una ripresa negli ultimi anni”. La crescita riscontrata negli anni della “domanda di trasporto, nonostante i periodi di crisi, ha controbilanciato il miglioramento conseguito nell’efficienza energetica dei mezzi di trasporto e l’incremento nell’uso di carburanti a minori emissioni”.

GLI OBIETTIVI UE
Ci sarà da lavorare, visto che gli obiettivi UE al 2030 prevedono complessivamente una riduzione di almeno il 40% rispetto ai livelli del 1990 delle emissioni di gas a effetto serra. E in questo senso, proprio il settore dei trasporti dovrà essere fondamentale. In questo quadro qualcosa si è già mosso anche in Sicilia, ad esempio con l’implementazione di nuovi bus ecologici e il rafforzamento del tram a Palermo e della metropolitana a Catania.