MODICA (RG) – Il progetto per la casa della comunità di Modica inizia a muovere i primi passi. Si tratta dell’intervento più cospicuo di tutta la provincia di Ragusa: 4 milioni di euro di finanziamento. Nel territorio ibleo sono previste la realizzazione di altre sette case di comunità, attraverso i fondi previsti dalla missione 5 del Pnrr, per un totale di 13 milioni di euro. Le case di comunità sono un ambizioso progetto in ambito sanitario che garantirà maggiori cure e assistenza per i cittadini. Saranno il fulcro della nuova rete di assistenza sanitaria e sociosanitaria in Italia. In queste strutture i cittadini potranno essere seguiti dai medici di base, pediatri e infermieri in percorsi di cura. Allo stesso tempo potranno effettuare prelievi o esami diagnostici di base. In questi spazi, inoltre, verranno seguite le malattie croniche, con una calendarizzazione delle visite e degli esami necessari.
Lo scorso mese di febbraio, l’Ufficio tecnico dell’Asp di Ragusa, secondo il cronoprogramma fornito dall’assessorato regionale alla Salute, ha completato il progetto di fattibilità tecnico-economica e l’ha inviato all’agenzia Invitalia, quale centrale di committenza, che ha pubblicato i bandi necessari all’esecuzione dei lavori. Dopo la presentazione dei bandi di gara si procederà all’individuazione delle imprese esecutrici entro il 30 settembre 2023. Le ditte che si aggiudicheranno i lavori dovranno realizzare le opere entro il 2026.
La nascente struttura andrà ad arricchire l’offerta sanitaria locale, alleggerendo il carico presso il pronto soccorso dell’ospedale “Maggiore-Nino Baglieri”. Infatti, la casa di comunità di Modica sarà di livello “Hub”, questo permetterà di erogare oltre ai servizi di assistenza primaria, le attività specialistiche e la diagnostica di base. L’edificio sorgerà tra via Fabrizio e via Duilio, al posto di due edifici scolastici già destinati alla demolizione perché dichiarati dai tecnici comunali inagibili (si tratta di due plessi dell’ex scuola media Giovanni XXIII: quello delle aule e la relativa palestra).
Il progetto prevede la realizzazione di una struttura di oltre 2.000 mq, di cui più di 1.000 coperti. È prevista l’erogazione di cure primarie. All’interno ci saranno gli ambulatori specialistici, i servizi di telemedicina, il punto prelievi, un consultorio, il centro vaccinale, l’assistenza medica, alcuni servizi sociali di base.
“L’opera – commenta il sindaco Ignazio Abbate – sarà interamente finanziata con i fondi Pnrr per un costo totale di circa 4 milioni di euro e sarà completata in 36 mesi, ovvero entro il 31 marzo 2026. La sua realizzazione offrirà tantissimi servizi di qualità agli utenti e nel contempo contribuirà a smaltire il carico sul pronto soccorso del Maggiore. Grazie inoltre alla realizzazione dello svincolo di c.da Caitina il traffico non andrà a gravare sul quartiere Sorda visto che la struttura sorgerà a poche decine di metri dalla nuova strada. Sono estremamente soddisfatto e nel contempo orgoglioso di poter dare questa notizia tanto attesa perché allora, insieme alla mia Giunta, capimmo subito le sue potenzialità e passammo immediatamente la proprietà delle due strutture scolastiche, peraltro fatiscenti, all’Asp proprio per questo scopo. Ci tengo a ringraziare sia la direzione provinciale dell’Asp in tutte le sue figure sia la direzione sanitaria dell’Ospedale di Modica per l’individuazione dell’opera e per la celerità nell’andare ad espletare tutti gli atti per realizzare la gara”.
Le altre case sorgeranno a Vittoria (1,2 milioni), Santa Croce Camerina (783mila euro), Giarratana (783 mila euro), Acate (927 mila euro), Ispica (1,2 milioni), Chiaramonte Gulfi (1,4 milioni) e Monterosso Almo (2,3 milioni). Mentre a Ragusa (2,4 milioni), Comiso (2,3 milioni) e Scicli (2,3) sorgeranno i tre nuovi ospedali di comunità della provincia di Ragusa. All’interno delle strutture sarà possibile trovare medici, infermieri, psicologi, logopedisti, fisioterapisti, dietisti, tecnici della riabilitazione e assistenti sociali.
La case di comunità permetteranno di avere un rapporto stretto tra la città e le persone che la vivono, perché come diceva Giorgio La Pira “la città è il domicilio organico della persona” la quale “si radica negli elementi essenziali della città: e cioè, nel tempio, nella casa, nella officina, nella scuola, nell’ospedale”. Perché la città ha sempre un posto per tutti per pregare, per amare, per lavorare, per pensare e per guarire.