MODICA (RG) – Snaturare la propensione della zona artigianale. Si esprime così Vito D’Antona di Sinistra Italiana in merito a una delibera approvata nell’ultimo Consiglio comunale di Modica sulla possibilità per gli artigiani – che hanno i propri insediamenti nell’apposita area di Contrada Michelica – di vendere i propri prodotti direttamente in sede.
Il regolamento del 2013 è stato infatti modificato perché secondo l’Amministrazione comunale c’era la possibilità ma soprattutto il bisogno di adeguarsi al mercato.
Per l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Giorgio Linguanti, che ha illustrato il punto all’ordine del giorno durante la pubblica assise, “nell’ambito dei locali di esposizione anche in spazi appositamente allestiti, aventi le dimensioni necessarie per lo scopo, non superiori al 25 per cento della superficie utile dell’intero insediamento, l’artigiano potrà effettuare vendita e promozione delle propria attività purché quanto commercializzato provenga dalla propria produzione o sia ad essa complementare o utile alla promozione del prodotto principale”.
Nonostante siano arrivati i pareri favorevoli sia della prima che della seconda commissione consiliare permanente, sono state diverse le perplessità dei consiglieri comunali. “Nei fatti – ha evidenziato il consigliere Tato Cavallino – si sta sconvolgendo il piano commerciale della città visto che potrebbero profilarsi casi di concorrenza diffusa. Sarebbe stato opportuno investire le associazioni di categoria come i commercianti e artigiani su questo versante redigendo anche dei verbali delle riunioni”.
Alle perplessità se gli artigiani possano o vendere o meno i loro prodotti, e in base a quale legge, il presidente della seconda commissione, Giorgio Belluardo, ha riferito che “possono vendere il loro prodotto in un’area del 25 per cento. È una variazione che si muove nella direzione della modernizzazione del mercato fermo restando che rimane principale l’attività artigianale dei proponenti con una risparmio dei suoli per investire in nuove attività”.
Il consigliere Giovanni Spadaro, invece, sostiene che la norma parla del 5 per cento come spazio da adibire alla vendita e il 25 per cento “è una scelta abnorme”. Nonostante i dubbi e le astensioni, la modifica del regolamento è stata approvata. “L’iniziativa è legittima – ha sottolineato il primo cittadino Ignazio Abbate – ed è un ulteriore incentivo per gli operatori artigianali. L’operazione non è obbligatoria. Quindi è un sostegno che si dà agli artigiani; per l’ente a costo zero. Si tratta di una precisa scelta politica perché offre un’opportunità maggiore alle aziende artigianali”.