Olga Mondello Franza, messinese, è presidente del Gruppo Caronte&Tourist dal 2019.
All’interno del Gruppo ha ricoperto varie cariche, accompagnandone la costante crescita. La holding della quale oggi è a capo ha interessi in diversi ambiti anche oltre lo Stretto.
Nel 2001 è stata nominata dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, Cavaliere del Lavoro.
È attivissima sostenitrice di varie associazioni e onlus operanti nel sociale e nel terzo settore.
Il Quotidiano di Sicilia l’ha intervistata.
Sulle pari opportunità il Pnrr ha messo a disposizione ingenti risorse. Eppure, quello di genere è un gap principalmente culturale: cosa fare?
“Informare e formare le nuove generazioni. Incoraggiare e sostenere le buone prassi ovunque ma soprattutto nei luoghi di lavoro. Fare lobbying e incalzare la politica. C’è bisogno di investimenti materiali, ma soprattutto di buon esempio”.
Mercato del lavoro, le donne loro malgrado costrette a fare le comparse: secondo i dati Inapp, il 74% delle assunzioni che hanno riguardato le donne è part-time, è solo un problema legato alla carenza di infrastrutture sociali?
“È evidente che esista un problema di infrastrutture e di facilities per le donne lavoratrici. È evidente che siamo indietro anni luce rispetto a certi Paesi – penso a quelli scandinavi – che si sono dotati già da tempo di un sistema di welfare a misura di donne e mamme. Stando così le cose il part time per le donne non è quasi mai una libera scelta ma l’unico modo per tentare di conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia. È vero d’altra parte che anche le aziende dovrebbero fare la loro parte più di quanto non facciano. Per quanto ci riguarda, già due anni fa noi di Caronte & Tourist, abbiamo firmato con i sindacati un accordo che prevede l’incremento di almeno il 10% dell’occupazione femminile entro il prossimo 30 giugno 2023 e poi bonus e permessi per le lavoratrici mamme, oltre che smart working per necessità familiari.
Dal lavoro alla politica: Lei è a favore delle quote rosa?
“No. Io credo piuttosto nelle pari opportunità. Molte donne in C&T sono dirigenti o capi funzione di alta responsabilità. Sono donne che semplicemente hanno avuto una chance per dimostrare il loro valore, la loro professionalità, la loro preparazione e le loro competenze. E lo hanno fatto”.
Da imprenditrice si confronta certamente ogni giorno con problemi di ogni tipo: il fatto di essere donna ha mai rappresentato un ostacolo alla sua carriera professionale?
“No mai. E ovviamente in ogni attività, gli ostacoli esistono, ma vanno superati. Quando poco più di trent’anni fa mio marito improvvisamente morì, avevamo la Tourist Ferry Boat e alcune altre attività, ma lo sguardo era già oltre lo Stretto. Sapevo di che si parlava perché spesso lo affiancavo, lo seguivo nei cantieri; condividevo con lui informazioni, decisioni e anche preoccupazioni.Mi ritrovai drammaticamente ad un bivio: gettare la spugna o raccogliere la sfida. Mi sono assunta la responsabilità di proseguire e di rilanciare. Ho scelto di portare avanti tutto il lavoro di mio marito ed anche grazie alla fiducia, al sostegno e all’ impegno dei miei figli, siamo riusciti ad portare avanti e far progredire le attività”.
Violenza sulle donne: non se ne parla mai abbastanza o, al contrario, spesso se ne parla nel modo sbagliato. I media si soffermano sui dettagli cruenti dei femminicidi, creando pericolosi fenomeni di emulazione. Intanto, però, le vittime ritirano le denunce nell’80% dei casi. Come intervenire per porre fine ad una narrazione dei femminicidi che non aiuta affatto le donne?
“I dati sulla diffusione della violenza di genere evidenziano come essa sia ancora un fenomeno ampio e persistente, stabilmente presente in un contesto sociale che evidentemente non ha in sé sufficienti anticorpi per contrastarla. Esiste purtroppo un problema culturale, che riguarda anche il modo di concepire i rapporti tra uomini e donne. Se questo è il problema, bisognerebbe allora agire per fermare, reprimere e punire severamente gli atti di violenza lavorando – contemporaneamente – sul piano culturale, educativo, formativo. Dal momento che non si parla solamente di comportamenti patologici e devianti è chiaro che il tema deve essere affrontato in maniera globale a partire dalla scuola, agenzia formativa per antonomasia”.