Daniela Rincione, donna trovata morta a 50 anni a Palermo nella borgata di Badia nel 2018, non sarebbe stata uccisa, ma si sarebbe impiccata.
Così sostiene il gip Ermelinda Margia, che ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta che vede accusato Francesco Ioco di omicidio. Ma gli amici e i familiari non ci credono. Le tante versioni di Ioco e la testimonianza dei vicini di casa.
La donna, madre di due figlie allora adolescenti, si era separata dal marito ed era andata a vivere nell’appartamentino in cui fu trovata morta con il nuovo compagno che, però, non aveva ancora lasciato la moglie.
Lui, vigile del fuoco, era un vecchio amore della donna, incontrato nuovamente dopo diversi anni. Sugli eventi di quella sera, Ioco fornì versioni diverse, suscitando il sospetto che potesse avere delle gravi responsabilità.
Anche perché i parenti della vittima e i suoi amici sostengono che Daniela non si sarebbe mai suicidata e che fosse in un momento felice della sua vita. Inoltre, non avrebbe mai lasciato le amatissime figlie. Sono stati proprio i familiari e gli amici a interpellare i giornalisti del programma Chi l’ha visto? affinché si facesse luce su cosa sia effettivamente accaduto quella sera.
Il gip ha chiesto l’archiviazione sostenendo che gli “elementi acquisiti non (siano) idonei a sostenere l’accusa in giudizio e non si ravvisano altre utili attività” di indagine. Nella relazione dell’autopsia si legge che si sia trattato di “impiccamento atipico e incompleto, senza intervento di agenti esterni”.
Ma la famiglia non crede al suicidio, nonostante il gip rigetti la sua opposizione. Questa sera, sempre su Chi l’ha visto? in onda su Rai 3 in prima serata, ulteriori dettagli.
Poco prima di morire, Daniela ha ricevuto degli amici, ha preparato per loro una cena deliziosa. Ed era felice, come dimostrano alcune riprese mostrate dalla sorella in tv. Ma poche ore dopo, la sorella è stata chiamata dal compagno che le ha detto di recarsi subito sul luogo.
Quando la sorella è arrivata, ha trovato la donna sul divano, coperta con una trapunta gialla. L’uomo ha mostrato una scala e una corda con le quali si sarebbe suicidata. Ha detto poi di averla liberata per tentare di rianimarla, ma non ha mai chiamato i soccorsi.
Ma qualche giorno dopo, lo stesso ha confessato al cognato della donna, Enzo, un ispettore di polizia, che Daniela si sarebbe suicidata con una corda attaccata a una trave della cucina, e non alla scala, come aveva riferito inizialmente.
Secondo il secondo racconto di Francesco Ioco, lui le avrebbe preparato un’imbracatura per farle provare “l’ebbrezza del vuoto”, essendo esperto di speleologia e amando lei la montagna. Imbracatura che poi lei avrebbe utilizzato per togliersi la vita mentre lui, ignaro di quanto stesse accadendo, dormiva su un divano a due metri di distanza. Ma gli amici spiegano come la donna non fosse solita né andare in montagna, né fare trekking.
Sette mesi dopo, accusato di frode processuale e omicidio volontario, Francesco Ioco ha cambiato per la terza volta versione. Raccontando ai giudici che Daniela si sarebbe suicidata con una corda e non con l’imbracatura di cui aveva parlato, corda che avrebbe tirato fuori autonomamente dal suo zainetto.
“Si sentivano solo urla“, hanno raccontato i vicini ai giornalisti del programma televisivo, spiegando come i due non andassero d’accordo. “Fermo, piano, il braccio”, avrebbero sentito in una delle tante loro liti. Per queste discussioni animate e da loro definite “non normali” si erano lamentati persino con il padrone di casa: “Ci deve per forza scappare il morto qua?”, gli avrebbero chiesto.
Quella sera, per una vicina, alle 22.40 non sarebbero stati a dormire dopo una serata romantica, come dichiarato da Francesco. Ma piuttosto a quell’ora sarebbero rimasti a litigare animatamente.
In un’intercettazione ambientale, la moglie di Ioco ha riferito alla suocera un ulteriore racconto del marito, la quarta versione: Daniela si sarebbe uccisa in camera da letto, e non in soggiorno, dopo un fortissimo litigio perché lei pretendeva che lui si separasse dalla moglie.