Si è svolta ieri mattina, davanti al Gip del Tribunale di Messina, Simona Finocchiaro, l’udienza per decidere sulla prosecuzione delle indagini preliminari sulla morte di Davide Villa, il vice sovrintendente della Polizia di Stato in servizio alla Squadra Mobile della Procura di Catania.
L’uomo è deceduto il 6 marzo 2021 a seguito della somministrazione del vaccino contro il Covid-19 prodotto da AstraZeneca. La Procura ha proposto l’archiviazione del caso, ma i familiari di Villa si oppongono fermamente a questa soluzione.
A dire “no” all’archiviazione sono il fratello della vittima, il fotoreporter Fabrizio Villa, insieme alla madre e alla sorella, i quali hanno presentato una denuncia per riuscire a fare piena luce sulla vicenda del decesso.
Secondo i legali della famiglia, i consulenti nominati dal pm avrebbero individuato un “nesso di casualità” tra la somministrazione della dose di vaccino e la morte.
Tuttavia, non è stato chiarito se, in base a “una pubblicazione scientifica del maggio 2007 apparsa sul Journal of Virology” che metterebbe in risalto come “i vaccini a vettore adenovirale potessero dare problemi di trombocitopenia”, si sarebbe potuto individuare il rischio prima della commercializzazione del vaccino.