Lavoro

Morti bianche, trend in crescita: la Sicilia sale al terzo posto per incidenza ogni milione di lavoratori

Nei primi sei mesi del 2024 sono stati segnalati ben 30 casi di morti sul lavoro in Sicilia. Il tutto su un totale di 364 in tutta Italia sulla base della banca dati Inail. Si tratta dell’8,2% del numero complessivo italiano, con una incidenza di 21,3 decessi ogni milione di occupati. Ben più alto di quanto registrato nella penisola, dove si ferma a 15,4.

Un risultato preoccupante, considerato che nello stesso semestre del 2023 in Sicilia si contavano 8 morti in meno. Nel primo semestre dell’anno in corso i numeri peggiori sono stati registrati nella provincia di Palermo, con ben 12 morti sul lavoro, seguita da Trapani, a 4 decessi, Siracusa e Agrigento, che si fermano a 3.

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Una impennata che non può che diventare momento di riflessione, considerato che già in precedenza la situazione non era per nulla incoraggiante, e la regione si trovava all’ottavo posto tra le regioni italiane. Secondo l’Inail, tra il 2019 e il 2023 in Sicilia sono stati 406 i morti sul lavoro, un morto ogni 4 giorni.

Morti sul lavoro in Sicilia, il trend

Un dato impressionante, che proveniva anche da un trend decrescente: se nel 2019 i morti sul lavoro in Sicilia sono stati 88, nel 2023 si è passati a 65. Unico picco verso l’alto nel 2020, anno in cui ha sicuramente inciso la pandemia con le sue morti sul lavoro connesse all’epidemia. E invece, il 2024 si apre con un nuovo aumento. Moltissimi di questi lavoratori che perdono la vita ogni giorno lo fanno nei cantieri edili.

I principali fattori di rischio che nei cantieri causano gli eventi infortunistici più gravi sono le cadute dei lavoratori dall’alto. Le cadute degli oggetti anche a seguito di crolli, frane o smottamenti e, infine, le perdite di controllo dei preposti nella conduzione di mezzi di lavoro. Questi accadimenti sono in gran parte riconducibili a errori di procedura commessi dall’infortunato o da terzi, oppure dall’uso improprio delle attrezzature. Senza contare, poi, la presenza endemica nel settore dell’edilizia dei lavoratori in nero lavoratori completamente sconosciuti al fisco, all’Inps e all’Inail che vengono pagati in contanti ogni fine settimana.

Le costruzioni e il tasso di irregolarità

Il tasso di irregolarità delle costruzioni nel 2021, ultimo dato disponibile, era al 13,3%. Tra tutti i settori economici presenti nel Paese, solo l’agricoltura con il 16,8% e gli altri servizi alle persone (colf, badanti, cura della persona, etc.) con il 42,6% presentano un tasso superiore alle costruzioni. Anche gli infortuni continuano a crescere. Le denunce presentate all’Inail nei primi cinque mesi del 2024 in tutta Italia sono state 251.132, in aumento del 2,1% rispetto alle 245.857 dello stesso periodo del 2023. Il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un +0,6% nella gestione industria e servizi (dai 184.445 casi del 2023 ai 185.613 del 2024) e un +1,7% in agricoltura (da 10.216 a 10.387).

Le differenze per settore

In particolare, si osservano incrementi delle denunce di infortunio in occasione di lavoro nei settori produttivi tradizionalmente più rischiosi. Tra questi sanità e assistenza sociale (+22,3%), noleggio e servizi di supporto alle imprese (+19,5%), costruzioni (+17,3%), commercio (+10,4%) e trasporto e magazzinaggio (+10,1%).

Per macroterritori, si evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nelle Isole, dove salgono del 2,9%, seguite da Nord-Est e Centro (+2,4% per entrambe), Nord-Ovest, al +2,1%, e Sud (+0,9%). L’incremento ha interessato meno i lavoratori italiani, che si fermano a +1,4%, ed extracomunitari, al +7,2%, mentre il dato dei comunitari è in calo, con il -1,9%. L’analisi per classi di età mostra un netto aumento tra gli under 15, al +20,0%, soprattutto per l’incremento degli infortuni tra gli studenti, effetto dell’estensione assicurativa Inail disposta dal decreto-legge lavoro n. 48/2023.