L’astrofisico torinese Attilio Ferrari, protagonista di spicco delle ricerche sulla fisica delle stelle e delle galassie, sui fenomeni cosmici di alta energia e sulla cosmologia, è morto a Torino venerdì 7 ottobre all’età di 81 anni. L’annuncio della scomparsa del professore emerito di astrofisica dell’Università di Torino, studioso di fama mondiale nella comunità scientifica, è stato dato dalla famiglia. I funerali si terranno lunedì 10 ottobre, alle ore 10,30, nella chiesa torinese di San Giuseppe via Santa Teresa 22.
Nato a Torino il 10 maggio 1941, Ferrari ha svolto attività di ricerca in Italia e all’estero, nel campo dell’astrofisica teorica e della fisica dei plasmi, presso l’Università di Princeton, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, il Max Planck Institute di Monaco di Baviera, la University of Chicago, lo Harvard Smithsonian Centre for Astrophysics. Era associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e all’Istituto Nazionale di Astrofisica. Ha svolto attività di divulgazione scientifica come presidente dell’associazione ApritiCielo e del Parco Astronomico Infinit.TO.
Ferrari è stato dal 1985 al 2001 direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Torino e professore ordinario di astrofisica presso l’Università di Torino dal 1985 al 2011. Ha fatto parte del team scientifico delle missioni spaziali Sax e Agile per lo studio delle sorgenti cosmiche di raggi X e gamma; come componente del team della missione Agile ha ottenuto nel 2012 il Rossi Prize dell’American Astronomical Society per la scoperta dei brillamenti gamma della nebulosa del Granchio. È stato componente del Comitato Bilaterale Italia-Russia per lo sviluppo del progetto Ignitor sulla fusione nucleare.
Attilio Ferrari è autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate, editore di tre volumi di conferenze internazionali, autore del testo “Stelle, Galassie e Universo” pubblicato da Springer.
Era Socio Nazionale dell’Accademia delle Scienze di Torino, dell’International Astronomical Union, dell’American Physical Society, della Società Italiana di Fisica, della Società Astronomica Italiana, dell’Associazione per la Divulgazione dell’Astrofisica, di Ecsite, dell’European Network of Science Centres and Museums, dell’International Planetary Society. Tra i numerosi riconoscimenti, nel 2015 ha ottenuto la Medaglia del Dutch National Fund for Scientific Research, nel 2017 il Physics World e nel 2017 il Breakthrough of the Year come membro del Multimessenger Team sulla rivelazione dei segnali elettromagnetici e gravitazionali da coalescenza di stelle di neutroni.