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È morto Gianni Laudato, storico calzolaio promotore di qualità

Mani sempre al lavoro, testa china e sguardo concentrato sulle scarpe a cui dare forma, tra una barzelletta, una battuta di spirito, un’osservazione sagace. Nel Calzaturificio Laudato la maestria si univa alla passione e al buonumore, per realizzare sandali belli, comodi, che si ispiravano ai miti greci.

Chi era Gianni Laudato

Gianni Laudato, che insieme alle sorelle Maria e Cristina portava avanti la bottega fondata nel 1967 dal padre Alfonso, è scomparso alla fine di gennaio. E con lui se ne è andato un pezzo delle Officine Creative al Vecchio Conventino di Via Giano della Bella, in Oltrarno: Laudato era un laboratorio storico, rimasto al Conventino per mezzo secolo, fino a dicembre 2021, quando per problemi di salute Gianni aveva chiuso l’attività.

Un artigiano autentico

“Gianni Laudato era uno di quegli artigiani autentici che contribuiscono a rendere Firenze unica. La sua scomparsa ci addolora ed è un perdita per tutto il mondo dell’artigianato. Siamo convinti però che la sua eredità non andrà perduta e i suoi insegnamenti saranno raccolti da giovani talenti che porteranno avanti la tradizione artigiana fiorentina nel suo ricordo” afferma Giovanni Lamioni presidente di Artex-Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana, insieme a tutto il consiglio di amministrazione.

La ricerca della qualità

Gianni Laudato aveva frequentato la bottega di famiglia fin da bambino, cogliendo tutti i segreti e le tecniche del mestiere e immergendosi da subito nel lavoro. Dopo la morte del padre aveva continuato il suo lavoro. Realizzava a mano sandali in pelle e cuoio, da uomo e da donna, originali, autentici e green, con tecniche rimaste immutate nel tempo: partiva dalla tomaia, univa la suola con cuciture accurate (e non solo colla), rifiniva il prodotto con grande cura per garantire bellezza, robustezza e comfort, ascoltando i clienti per soddisfare le loro richieste dando spazio alla fantasia, ai colori, alle forme.

Le parole d’ordine erano artigianalità e qualità, una ricerca continua delle migliori materie prime, di pellami conciati al vegetale di prima scelta. I modelli si ispiravano alla storia e alla mitologia greca, ai calzari di Penelope o Medea. “Ogni sandalo di Laudato era fatto a regola d’arte, secondo le regole della migliore artigianalità” conclude Lamioni.