Gli accadimenti degli ultimi mesi hanno impresso una fortissima accelerazione al quadro politico e sociale di questo paese.
Alcuni ritengono addirittura a quello antropologico.
È ovvio che questi mutamenti erano sotto la linea di galleggiamento del clima del paese e il governo Draghi li sta facendo emergere. Una voglia di cambiamento di quadro politico e sociale dopo oltre 18 mesi di pandemia. Le manifestazioni dei no-vax derivano da insoddisfazioni e paure riguardo alle condizioni di vita del Paese reale.
Una paura di futuro verso il mondo globale, riguardante sentiment diversi, perché sempre più diverse e distanti sono le aree del paese. Una richiesta di sicurezza per la conservazione di identità e beni materiali per la popolazione e i ceti produttivi del Nord. Una disperata richiesta, stimolata, di sussistenza per neet e disoccupati, o famiglie monoreddito del Sud. Questo dato ci consegna, per ora una maggioranza anomala, che tatticamente si somma, per eliminare classi dirigenti o sostituirle. La Sicilia da questo rimescolamento rimane fuori, sempre più distante dal centro della scena, confusa e disorientata.
La Regione istituzione ha una “non maggioranza” di centrodestra con un centrosinistra allo sbando. L’attività amministrativa è paralizzata, quella legislativa inesistente. Non abbiamo una politica di bilancio perché impugnata o contestata dal governo centrale e dalla Corte dei Conti. Continuiamo a spendere solo i soldi della programmazione messa in piedi dalla gestione precedente. La nuova è tutta da pensare con logiche assolutamente nuove tra transizioni ecologiche, digitale e Next Generation.
Può una classe dirigente, politica e burocratica, affrontare queste sfide?
I partiti e i gruppi parlamentari si stanno scomponendo, come canne al vento, senza una logica che possa assicurare un ruolo, ma esclusivamente in preda all’istinto primordiale della sopravvivenza.
Il nuovo carro del vincitore sembra ad oggi diventare il partito unico, la nuova Cdu, vagheggiata da Berlusconi e spinta da un altro milanese, Salvini. Esemplare è il caso Sammartino a Catania, come c’è ne potrebbero essere altri in altre province.
Il dato che emerge da questo scenario, senza un filo logico portante, come dicevano Cochi&Renato, è un diffuso e continuo personalismo confuso con il civismo. In siciliano, Il paese è sempre più dei paesani. Ma rimarremo sempre più scollegati da tutto, anche per il fallimento delle aree vaste, le napoleoniche province. Quelle Province che oggi sono oggetto del cinismo di uno Stato, che prima ha distrutto le sue ed ora vuole distruggere le nostre.
I dati economici come ci avverte la Corte dei conti e gli altri osservatori economici sono in netto peggioramento. Sono peggiori della media del Sud.
Il dato veramente preoccupante è il dato emigrazione. Soprattutto quella formativa. Il numero di studenti universitari fuori dalla Sicilia è del 30%, considerando solo il dato italiano e non quello di coloro che partono per l’estero.
Mentre l’Italia si liquefà, come aveva previsto Bauman, la Sicilia diventa areiforme. Scoppiano tutte le comunità intermedie.
Cosa serve in un quadro così disunito in un mosaico così scomposto. Serve colla.
Capacità unitive, connettive, condividenti. Minimi comuni multipli e non massimi comun divisori.
Serve un filo logico portante. Una canzone intelligente, che leghi ciò che è slegato. Che connetta ciò che è scollegato. Serve una rete di valori ed esperienze comuni. Soprattutto esperienze positive e propositive. Vedi i casi dei borghi più belli di Italia, vedi i Comuni dove la differenziata funziona ed altri casi di comunità che portano valori riproducibili, best practice. Serve unire il civismo, spogliandolo dal narcisismo. Serve costruire un’identità popolare siciliana, che superi la soglia del rivendicazionismo e diventi rappresentanza.
La proposta dovrebbe essere quella di innescare un processo unitivo di soggetti altri, senza perdere, anzi rafforzando, identità culturali; ma creando una piattaforma più inclusiva, associando altri movimenti, associazioni e soggetti civici territoriali.
Serve organizzare la confederazione di coloro che amano il territorio e quindi l’Isola e viceversa. Tutti insieme con in mano una tessera del mosaico.
Ma soprattutto serve una Next Generation che prenda la guida dell’isola.
I vecchi limoni non hanno più succo da dare.
Gatto Silvestro