“Le opere sono state sequestrate senza gli approfondimenti necessari basandosi su un teorema di reati commessi totalmente inesistenti. Sicilia Musei ed i curatori si sono messi a disposizione dell’autorità giudiziaria per fornire la più ampia e precisa collaborazione al fine di chiarire e dimostrare i complessi equivoci della vicenda”.
Così Sicilia Musei replica al sequestro da parte dei carabinieri di 26 opere su oltre 100 esposte nella mostra “L’impossibile è Noto”, curata da Giancarlo Carpi e Giuseppe Stagnitta.
Gli organizzatori, disponibili a fornire tutta la documentazione, spiegano che è “paradossale il sequestro, per dubbia autenticità, dell’opera Hier der Bestellte Wagen del 1935 di Paul Klee, registrata con il numero di archivio (catalogo ragionato 6857) ed esposta sei mesi fa al Mudec di Milano in una monografia su Klee realizzata con il Zentrum Paul Klee di Berna.
O il nucleo di opere futuriste sequestrate si compone di lavori autenticati dagli archivi deputati. Alcune di queste opere sono ben note fin dai primi anni ’80 ed esposte più volte in Musei Nazionali, quali Palazzo delle Esposizioni di Roma, Accademia di Francia, Palazzo Reale di Napoli. Così come l’opera di Miro’, anno 1930 che presenta il timbro della galleria Adom e autentica di Jaques Dupin. Per non parlare di uno dei Kandisky sequestrati, acquistato ad un asta pubblica da Christie’s”.
Per quanto riguarda le quattro opere di De Chirico “posto che sono tutte firmate ed una reca nel retro una dedica autografa dell’artista e timbro della galleria Borganzi 1988, in via cautelare sono state esposte con la dicitura attribuito. Sul tema delle autenticità delle opere, si è espresso in modo chiaro anche il Tribunale di Roma con la sentenza 13461 del 26 giugno scorso”.