“Se non fosse tutto assolutamente vero, potrebbe sembrare una barzelletta dove però, al posto delle risate, c’è solo tanta amarezza e delusione. A causa di un guasto al sistema dell’aria condizionata e, conseguentemente, alle alte temperature di questo periodo, all’interno del Museo dello Sbarco in Sicilia e del Museo del Cinema, si è disposta la chiusura temporanea fino a domenica 23 agosto. Un gesto assolutamente inspiegabile per un problema che potrebbe essere risolto in pochissimo tempo con l’intervento di operai specializzati”. La denuncia è arrivata dalla presidente dell’Assemblea provinciale di Catania per il Partito democratico, Ersilia Saverino.
Come sottolineato dalla rappresentante del Pd, i vertici della Città Metropolitana di Catania hanno deciso di “chiudere tutto per quasi due settimane, con buona pace dei tanti turisti, italiani e stranieri, che si ritroveranno i cancelli sbarrati e un ulteriore danno per i tour operator che proprio in questo momento stanno facendo i salti mortali per evitare di abbassare definitivamente la saracinesca della propria attività”.
“Resto sbigottita da questa decisione – ha aggiunto – e, contemporaneamente, chiedo immediatamente alle istituzioni di attivarsi subito affinché questi due Musei, che rappresentano un pezzo importante del patrimonio storico e culturale di Catania, siano aperti e resi perfettamente sicuri e accessibili ai visitatori. Per mesi questa Amministrazione comunale si è riempita la bocca parlando di cultura e di valorizzazione del territorio e oggi fa questo clamoroso autogol. Forse il turista è visto come un peso da cacciare in tutti i modi e non come una risorsa da mettere nelle migliori condizioni per conoscere Catania con le sue bellezze e possibilmente farlo ritornare in futuro”.
“Il turismo – ha concluso – rappresenta, con il suo indotto, una delle principali voci del bilancio cittadino. La chiusura Museo dello Sbarco in Sicilia e del Museo del Cinema, perché senza aria condizionata, oggi rappresenta una perdita enorme e intollerabile, in termini economici e di immagine, per il capoluogo etneo”.