Cultura

Musica, per la palermitana Ariele singolo d’esordio “Per te”

Ariele, nome d’arte di Noemi Palumbo, ha 26 anni. Palermitana, è una cantautrice e il nome che ha scelto deriva da Ariel, il termine usato per indicare una categoria di angeli o un singolo spirito angelico. Era una parola che le girava attorno e che la incuriosiva. Ha voluto capire quale fosse il significato e, una volta scoperto, ha sentito che rappresentava il punto d’incontro tra lei e la musica.

Qual è stato il momento in cui hai incontrato la musica?

“Ho iniziato che ero molto piccola, avevo poco più di sei anni. Da subito capii che la musica mi sarebbe rimasta incollata addosso per tutta la vita. Ho iniziato studiando pianoforte e da allora è stato un continuo crescendo. Nel pieno della mia adolescenza ho iniziato a cantare e da quel momento in poi non mi sono più fermata”.

Ariele (photo courtesy Vincenzo Rizzo)

Che tipo di musica ascoltavano i tuoi genitori?

“A casa mia si ascoltava un po’ di tutto, dal cantautorato e pop italiano alla musica americana e poi Sting, Phil Collins e questo, grazie ai miei genitori, mi ha permesso di crescere circondata dalla musica. Pian piano ho cominciato a fare le mie scelte musicali avvicinandomi ad alcuni generi piuttosto che ad altri ma ho sempre cercato di ascoltare musica, indipendentemente dal genere. L’incontro con l’R’n’B ma anche con il Motown, un mix di soul, blues e cori gospel sorretti da linee di basso irresistibili, è avvenuto intorno ai 15 anni grazie al mio insegnate di musica che mi face scoprire l’immensa e coinvolgente discografia musicale. Fu amore a prima vista, anzi a primo ascolto. Poi, nel tempo, sono riuscita a farlo mio perché l’R’n’B mi appassionò sia dal punto di vista stilistico ma, e soprattutto, anche perché era molto adatto alla mia timbrica vocale, quello che la valorizzava meglio”.

Negli ultimi anni hai potuto collaborare con importanti artisti del panorama nazionale e internazionale, tra questi Peter Erskine, batterista statunitense di musica jazz che, nella sua lunga carriera ha fatto parte di formazioni storiche quali i Weather Report e gli Steps Ahead.

Qual è la tua esperienza nel trovarti Erskine che suona la batteria del brano che tu stai cantando?

“E’ successo nell’aprile del 2019 a Palermo, in occasione del 1000 Beats Festival, grazie a Giuseppe Urso, il mio insegnante di batteria al Conservatorio “Alessandro Scarlatti”. Inserì i Soul Grabber, il gruppo con cui stavo collaborando, all’interno di questo festival. Ci è stata data la possibilità di suonare alcuni nostri arrangiamenti con Erskine alla batteria. Si trattava di tre brani. Ne è uscito un momento speciale che non dimenticherò mai nella vita. Oltre all’energia che è riuscito a trasmetterci durante l’esecuzione ho scoperto che Erskine era una persona meravigliosa sia durante le prove sia durante la serata vera e propria. Ho avuto anche la possibilità di fare la corista con Marco Masini. La sua musica era una di quelle che si ascoltavano a casa mia e quindi mi sono ritrovata a conoscere a memoria il suo repertorio. Cantarle con lui è stata una bellissima esperienza. L’occasione è stata lo showcase di “Marco Masini in concerto“, il suo album che fu presentato a Palermo al Teatro Savio con la Lab Orchestra. Anche in questo caso, oltre ad un grande artista ho scoperto una persona gentile e molto disponibile a chiacchierare”.

Ariele (photo courtesy Vincenzo Rizzo)

“Per te”, il tuo primo singolo in uscita oggi ti vede autrice sia della parte musicale sia del testo. Quando hai incontrato la scrittura?

“Anche questo incontro è avvenuto nella mia adolescenza. Certo, non ho iniziato a scrivere canzoni da subito ma la scrittura mi ha sempre appassionato. Le prime possibili canzoni sono finite sulla carta quando avevo 14, 15 anni. Ho iniziato scrivendo in lingua inglese perché in quel momento l’ho trovata più adatta e semplice per farmi prendere possesso di quest’arte. Verso i diciotto anni, invece, ho deciso di cimentarmi con l’uso della lingua italiana.

Questo brano, in particolare, l’ho scritto durante l’estate di qualche anno fa. Avevo bisogno di ringraziare qualcosa che viaggiava con me da un po’ di tempo e che mi apparteneva sempre di più e che, nella mia vita, è stata sempre più presente di tante altre cose. Il testo mi è uscito da dentro in maniera molto fluida. La musica è salvifica ed è stata la compagna della mia vita anche in momenti complicati da superare. Soprattutto penso che la musica possa unire tutte le persone e sia un linguaggio universale.

Non è necessario fare musica per rispecchiarsi nella musica, perché accompagna sempre la vita di tutti, anche se non ce ne rendiamo conto. Ho cercato di realizzare un brano semplice soprattutto dal punto di vista del linguaggio, una semplicità che mi permette di far arrivare in maniera incisiva le mie emozioni e quindi di trasmetterle al meglio senza filtri”.

Chi sono i musicisti che ti accompagnano in questa avventura?

“Oltre a Ciccio Leo, che ha prodotto il brano e suonato pianoforte e tastiere, hanno partecipato Manfredi Tumminello alle chitarre e Federico Gucciardo alla batteria”.

Il prossimo 18 gennaio uscirà anche il videoclip di “Per te”.

“Si. L’idea e la regia del videoclip sono firmate da Ciccio Leo. Lui ha scelto il “Teatro Margherita” di Caltanissetta come location, per creare uno spazio che mi avvolgesse. Nel videoclip compare una danzatrice, Giulia Tartamella. A lei è affidato il compito di interpretare la musica che vive intorno a me e che, per tutta la durata del video, mi gira attorno e mi lega sempre di più a sé”.

Stai frequentando il Conservatorio “Scarlatti” di Palermo. In quale disciplina musicale ti stai specializzando?

“Il jazz. Oltre a continuare lo studio del pianoforte e della voce, al Conservatorio ho scoperto la batteria, strumento che sto studiando e che mi appassiona moltissimo. Anche se posso sembrare particolarmente esile, penso che la batteria sia uno strumento che ti permette di buttare sui tamburi tantissima energia e la fisicità dello strumento ti permette di riassorbirla”.

Se non ci fosse stata la musica nella tua vita, che cosa faresti oggi?

“Da bambina, quando ancora non avevo la consapevolezza che la musica sarebbe potuta diventare un mestiere, volevo fare il medico. La pediatra, per la precisione. Mi sarebbe interessato moltissimo sia perché mi piacciono moltissimo i bambini sia perché ho sempre pensato che questo mi avrebbe permesso di aiutare gli altri. Si è trattato di una necessità interiore e mi riprometto di esplorare il mondo della musicoterapia, quella disciplina che permette di intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di condizioni patologiche e parafisiologiche”.

Oltre a “Per te”, hai in lavorazione altri brani? Possiamo prevedere l’uscita di un tuo album?

“Si, in questo momento in cantiere ci sono altri brani che sto sviluppando sempre con Ciccio Leo. L’obiettivo è di realizzare un album per farmi conoscere meglio, fornendo diverse sfaccettature di me e della mia musica. Ci sarà ancora il jazz, l’hip hop, l’R’n’B e il soul perché questa è la musica che mi appartiene e che mi permette di esprimermi al meglio”.

Il 2020 è l’anno che ha cancellato la musica dal vivo e, quindi, il rapporto con il pubblico. Cosa stai organizzando per questo 2021?

“L’augurio è che si possa ricominciare a salire sui palchi quanto prima per poter suonare live e avere un contatto più fisico con il pubblico. Se la situazione attuale perdurerà è inevitabile che mi dovrò organizzare con eventi in streaming perché la musica si deve muovere per poter muovere il mondo”.

Roberto Greco