Politica

Musumeci, “Miccichè vuole dare le carte, operazione molto ardita”

PALERMO – Non basterà neanche la Pasqua per calmare i toni all’interno della coalizione del centrodestra siciliano dove si assiste ad una escalation di fuoco amico e i toni diventano sempre più polemici soprattutto dopo le ultime dichiarazioni del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, nei confronti del governatore.

Ancora una volta, puntuale, arriva la reazione del presidente della Regione Nello Musumeci: “L’unico problema del centrodestra in Sicilia è Musumeci – ha detto Miccichè – il problema è che se lo ricandidiamo si perde sicuro. Matematico”.

La replica del presidente Musumeci

Musumeci ieri ha replicato con forza: “Se fossi cinico direi che Miccichè vuole essere colui che dà le carte e in Sicilia darle è un’operazione molto difficile e ardita. Come tutti i presidenti uscenti che non abbiano commesso peccati mortali credo di avere il diritto di ripropormi al giudizio degli elettori. Se io fossi un problema – ha proseguito il governatore – per i partiti è chiaro che i partiti stessi avrebbero dovuto dire: ‘Ritiriamo la delegazione perché Musumeci è un problema’. E questo lo avrebbe dovuto fare lo stesso Miccichè, che è coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Invece con me Forza Italia ha governato sin dal primo giorno e governa tuttora con quattro assessori e con nove dipartimenti senza mai avere determinato un giorno di frizione. Miccichè ha problemi all’interno del suo partito, che è spaccato in due, è stato smentito… Io ho grande rispetto verso i problemi degli altri partiti, ma sono una persona seria, faccio il presidente della Regione e lo faccio senza rispondere alle polemiche e cercando di risolvere i problemi della mia gente”. Poi ha aggiunto: “Una volta pensavo che in Sicilia un problema fosse rappresentato da un presidente vicino agli ambienti mafiosi, un presidente coinvolto in vicende di peculato, di corruzione, un presidente che sistemava i propri familiari. Credevo fosse questo un problema per la Sicilia. Un presidente che per cinque anni ha governato con i partiti, senza mai cambiare la giunta, senza mai un giorno di crisi, spendendo sino all’ultimo centesimo come richiesto dall’Europa, un presidente che ha messo la regione con le carte in regola, che ha messo alla porta affaristi, mafiosi e ciarlatani diventa un problema per Miccichè? Vuol dire che abbiamo due valutazioni diverse della buona politica”.

Le opposizioni invocano le dimissioni

Le opposizioni, intanto, non restano a guardare e invocano le dimissioni: “Musumeci torna a minacciare le dimissioni? – scrive il M5s in una nota -. Sappia che non fa spaventare nessuno. Le presenti, anzi. Sarebbe la migliore sorpresa che i siciliani potrebbero trovare dentro l’uovo di Pasqua. Ogni volta che si trova in difficoltà e che vede allontanarsi la iattura per i siciliani della sua ricandidatura, sventola la minaccia delle dimissioni, cosa che per noi sarebbe la migliore delle soluzioni possibili, visto che si staccherebbe finalmente la spina ad un governo clinicamente morto da tempo. I siciliani – concludono i grillini – attendono una finanziaria che, come al solito arriva, se arriva, a tempo praticamente scaduto, dopo l’ennesimo esercizio provvisorio che è stato il marchio di fabbrica di questo disastroso esecutivo”.

Anche Claudio Fava ha chiesto le dimissioni

Anche il deputato e candidato alle primarie del centrosinistra, Claudio Fava chiede che Musumeci lasci l’incarico.
“Dimettersi due anni fa sarebbe stato un atto di dignità politica, scappare due mesi prima del voto è solo una maldestra furbata e una fuga senza onore. Detto ciò, prima si chiude questa esperienza di governo, meglio è per la Sicilia. Le dimissioni minacciate da Musumeci sono ciò che tutti sperano”. L’ipotesi dimissioni non spaventa neppure Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd: accia pure, Musumeci. O prima o dopo, Il PD è pronto a raccogliere la sfida”.