La Sicilia al centro del progetto di Fratelli d’Italia, al centro delle politiche del governo Meloni. L’incarico a Nello Musumeci ne è la dimostrazione. C’è ora un legame di ferro che collega la Sicilia a Roma e al quartier generale della prima donna premier della storia della Repubblica italiana. Renato Schifani a Palazzo d’Orleans e Nello Musumeci in uno dei ministeri più ambiti. Sì, perché le deleghe per il Sud e per il Mare fanno dell’ex presidente della Regione uno degli uomini di governo più potenti. A lui spetterà la gestione dei fondi del Pnrr e di sviluppo e coesione. Un centinaio di miliardi.
“Una grande soddisfazione, che conferma il riconoscimento del lavoro svolto in questi anni alla presidenza della Regione Siciliana – commenta Musumeci.-. Il coronamento di una vita dedicata alla politica. Una grande responsabilità, che affronterò con impegno e dedizione. Grazie a Giorgia Meloni e ai leader del centro destra per la fiducia che hanno riposto in me”.
Musumeci sarà il principale interlocutore di Schifani, il quale può vantare anche un ottimo rapporto con la Lega che ha conquistato il ministero dell’Economia con Giancarlo Giorgetti. La scelta di Adolfo Urso, anche lui di origini siciliane, alla guida dello Sviluppo Economico è evidentemente un’altra buona notizia per il presidente della Regione. Ma è soprattutto l’asse con Musumeci la carta con cui il centrodestra giocherà la sua partita in Sicilia.
Ma c’è già una polemica in seno al nuovo governo. E riguarda il ministero del Mare affidato a Nello Musumeci e il rischio che vi sia sovrapposizione di competenze con il ministero delle Infrastrutture retto invece da Matteo Salvini. Il timore del leader della Lega è che il suo ministero sia indebolito a vantaggio dell’ex governatore della Sicilia. Al riguardo, infatti, fonti del Carroccio hanno subito voluto chiarire che “le deleghe del ministro Musumeci non assorbiranno alcuna competenza attualmente in capo al ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile”.
Il sospetto della Lega è che al nuovo ministero possano essere affidate Guardia Costiera e infrastrutture legate ai porti. Ovvero due ambiti che Salvini vuole assolutamente tenere per sé, sia per per la questione immigrazione che per la rilevanza delle opere portuali.