PALERMO – Si riaccende la polemica tra le due più alte cariche istituzionali della Regione siciliana e si riprendono le fila del discorso (sempre dai toni accesi, per altro) iniziato tra i due lo scorso mese di settembre, quando la politica tutta ha di fatto cominciato a scaldare i motori e a ragionare sulla campagna elettorale in vista delle elezioni regionali di novembre 2022.
Ieri una nuova puntata del battibecco Musumeci-Micciché che nell’ultimo periodo sembrano aver perduto del tutto l’intesa.
“Se Nello Musumeci vuole rifare il governatore dovrebbe cambiare carattere”, ha chiosato il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché che è anche coordinatore regionale di Forza Itlaia. “Chi è presidente della Regione – ha aggiunto – deve essere in grado di dialogare con tutti i partiti. Quando ha chiesto la sua elezione ha dialogato tanto, oggi non lo fa più. Una chiamata ogni giorno magari no, ma un paio di volte l’anno sarebbe già una gran cosa. Non ci ha chiamati né ogni giorno né ogni settimana o ogni mese, ma io non voglio attaccare Musumeci, ogni volta che dico qualcosa poi pensa che lo stia attaccando. Vorrei solo che si verificasse un cambio di atteggiamento, ne sarei felice”.
Micciché ha anche sottolineato con tono polemico che il governatore è circondato da “tanti sciacalletti, anche all’interno dell’Assemblea, che cercano ancora di convincere il presidente Musumeci che è vittima di non so quali complotti internazionali, ma non è vittima di niente”.
Il coordinatore azzurro respinge poi le accuse di volere fare sempre polemica: “Dobbiamo dire le cose come stanno – ha aggiunto l’esponente di Forza Italia – Si tratta di alcuni che non capiscono niente e gli stanno combinando un danno enorme. Non hanno idea di che cosa sia la politica e gli combinano un guaio a settimana”.
Lo scontro tra i due si era consumato già alla fine dell’estate. Il terreno dell’aspro confronto era stato in quell’occasione la produzione legislativa. Musumeci nel corso di una conferenza stampa aveva attaccato l’Ars, dicendo che i testi delle riforme proposte dal governo si trovavano chiuse nei cassetti di Palazzo dei Normanni. Immediata era stata la replica di Miccichè. “Non ci sono leggi nascoste nei cassetti – ha replicato – in ogni caso i cassetti all’Ars sono aperti, non ci sono chiavi. Quindi volesse verificare lo può fare tranquillamente. Però ammetto che sono molto amareggiato per le parole pronunciate dal presidente della Regione Musumeci nei giorni scorsi”. Oggi lo scontro per ovvie ragioni ha contorni più politici e, pur ammettendo che esiste una maggioranza forte a sostegno del governo regionale, Micciché insiste e chiede ancora una volta con forza che il presidente della Regione discuta di politica con i partiti e non con gli assessori della sua giunta: “Gli assessori si nominano per competenze o per altri motivi, ma la politica la gestiscono i partiti. Gli assessori non decidono certo al posto dei partiti o per conto di essi, è una cosa folle”.
Il presidente dell’Ars ha chiarito di non essere interessato a fare il sindaco di Palermo: “Non punto a fare il sindaco – ha aggiunto l’esponente di Forza Italia – Sarei felice di rimanere presidente dell’Ars e mi si sta mettendo nelle condizioni di non poterlo fare”.