Impresa

“Mutare la pandemia in opportunità e difendere le imprese al femminile”

Comunicazione aziendale

Abbiamo intervistato Francesco Costantino, Direttore di Confesercenti Catania, che ha delineato lo scenario dell’economia siciliana con dati aggiornati fino a ottobre 2020 e, nello specifico, delle imprese catanesi colpite dall’emergenza sanitaria Covid-19, con particolare attenzione alle iniziative a sostegno delle categorie che hanno subito i danni più ingenti.

L’economia siciliana, da gennaio ad oggi, è stata messa in ginocchio dal Covid-19. A subire i danni maggiori le imprese che hanno visto calare notevolmente i loro fatturati. A Catania, quali i numeri ad oggi ?

La drammatica crisi economica che stiamo vivendo rappresenta una diretta conseguenza delle misure di contenimento adottate negli ultimi mesi dal governo nazionale al fine di fronteggiare l’emergenza sanitaria derivante dalla pandemia Covid 19.

La Sicilia si trova a fare i conti non solo con una gravissima pandemia che continua drammaticamente a fare vittime, ma anche con la più grave crisi economica della sua storia e che ha comportato una contrazione del PIL regionale di ben 7,5 miliardi di euro e secondo la nota di aggiornamento al DEFR, presentata dall’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, la previsione annuale del PIL dell’isolasi aggraverà ulteriormente, passando dal -7,8% al -9,5%.

Gli ultimi dati di Infocamere ci restituiscono una fotografia devastante dell’andamento economico regionale; solo nei primi 6 mesi di emergenza e quindi fino a settembre 2020, sono state quasi 6.900 le imprese che nell’isola hanno cessato l’attività, quasi 40 aziende al giorno, un dato questo a dir poco allarmante.

Se entriamo nella specifica dei settori, vediamo che inevitabilmente quello più colpito è il comparto del commercio con quasi 2.200 imprese cessate, mente sono circa 1.500 le imprese artigiane che nello stesso periodo sono state costrette a chiudere e circa 600 del turismo.

Una crisi devastante, senza precedenti, che ovviamente non ha risparmiato nemmeno il tessuto economico della nostra provinciail quale ad oggi ha comportato la chiusura di quasi 2.000 imprese. Tuttavia c’è da registrare, da quanto emerge dai dati elaborati dall’Osservatorio di Unioncamere Sicilia, un notevole tasso di crescita d’imprese nel terzo trimestre dell’anno. In particolare, in provincia di Catania, rispetto alla fine di giugno, il bilancio fra le imprese nate e quelle che hanno cessato l’attività si chiude con un saldo attivo di +633 unità.

Quali strategie ha messo in campo la Confesercenti provinciale?

La nostra associazione è stata in prima linea in questa battaglia contro il Covid-19, nell’interesse delle nostre imprese socie e di tutto il tessuto economico catanese.

È stato un anno particolare, dalle prime zone rosse in poi, dal 9 marzo, tutto è cambiato: il nostro lavoro, le nostre abitudini, direi persino la fiducia verso il futuro. Tuttavia Confesercenti Catania, con grande impegno e dedizione, ha fatto e continua a fare tutto il possibile per trasformare questa pandemia in un’opportunità e trovare anche soluzioni alla precedente “normalità”. Fra tantissime difficoltà abbiamo assistito le imprese, ascoltando e raccogliendo quotidianamente le loro problematiche, le loro istanze e in molti casi anche la loro disperazione, facendoci portavoce con forza e determinazione nelle sedi opportune. Lo abbiamo fatto con serenità, lavorando con energia e forza per fare tutto ciò che potevamo.

Come Direttore della struttura della Confesercenti dell’Area Metropolitana di Catania sono orgoglioso del lavoro che abbiamo svolto, dei sacrifici che abbiamo fatto.  Sin da dal primo lockdown abbiamo attivato un “DESK VIRTUALE” per assistere le aziende in maniera efficace e soprattutto veloce, ponendoci come immediato punto di riferimento e dando servizi ed assistenza alle imprese per districarsi tra le difficoltà di interpretazione dei provvedimenti e le complesse procedure per assolverli. Il contributo quotidiano della nostra associazione è stato sicuramente importante, diventando in questi mesi una voce ascoltata nel territorio, costituendo un vero punto di riferimento di tante aziende, non solo quelle già associate alla nostra Confederazione.

La riduzione dell’occupazione ha interessato anche le donne.

Iniziative a sostegno?

Il mondo dell’imprenditoria femminile e delle donne più in generale, è fra quelli che stanno pagando il conto più salato della crisi attuale.

Secondo quanto emerge dell’analisi realizzata da Unioncamere nell’ambito del Rapporto nazionale Impresa in genere, la crisi innescata dall’emergenza covid-19 frena le donne dalla voglia di mettersi in proprio, dimostrando meno fiducia degli uomini su un rapido superamento dell’emergenza e di un conseguente rientro alla produttività.

Siamo convinti che la ripresa da questa fase così difficile, passa anche e soprattutto dalle donne, e per questo motivo il 18 dicembre scorso abbiamo ufficialmente costituito il Coordinamento Donne della Confesercenti dell’Area Metropolitana di Catania che sarà guidato dall’imprenditrice Giusy Maccarrone.

Vogliamo promuovere la donna come motore dello sviluppo della società, supportando con forza anche e soprattutto quelle che fanno più fatica ad affermarsi. Oggi è necessario trovare soluzioni agli ostacoli che impediscono alle donne di gestire al meglio le imprese, occorrono politiche mirate nell’ottica di genere e in particolare per l’acceso al credito.

Con questa situazione di emergenza le donne d’impresa mostrano una maggior necessità di supporto economico e finanziario, convinti che la crescita delle donne imprenditrici comporterà per il nostro territorio e per la nostra economia un vero valor aggiunto, così come la partecipazione femminile al mondo del lavoro.

La nostra associazione sarà attenta alla rappresentanza delle imprese femminile associate e a porre in essere tutte le azioni politico-sindacali per il conseguimento delle pari opportunità. Obbiettivo primario del coordinamento costituito sarà anche l’individuazione degli strumenti necessari per rispondere alle esigenze delle imprenditrici associate, la promozione di attività formative e informative, l’approfondimento delle normative nazionali e comunitarie per trovare gli strumenti che rendano possibile le politiche di conciliazione, lo scambio di esperienze fra imprenditrici sia a livello provinciale che regionale.

L’export di merci siciliane è diminuito dell’11,3% nei primi sei mesi dell’anno.

E-commerce, una carta da giocarsi?

Nel periodo storico-culturale che stiamo vivendo, l’emergenza sanitaria mondiale dovuta dal COVID-19, ha creato una brusca frenata dei settori merceologici lato retail con un conseguente aumento degli acquisti online, soprattutto come risposta alla necessità per l’approvigionamento e l’intrattenimento.

Tutto ciò ha reso evidente come la svolta digital sia ormai una necessità più che un’opportunità, da affiancare al retail 4.0. Il mondo cambierà e con esso il modo di vivere le imprese, il modo di lavorare, di vendere.

Un’indagine Nielsen sulle vendite online dei prodotti di largo consumo testimonia un aumento da fine febbraio di oltre l’80% rispetto allo scorso anno. Una crescita stimata nel grocery del 5,5% per i canali fisici e del 96% per l’online tra febbraio e maggio 2020. E un netto peggioramento dopo maggio (presunto mese di riapertura almeno parziale) per il canale fisico, in flessione tra 1,5 e 3% (con un deciso spostamento su prodotti più basici e minore marginalità), mentre il canale online cresce tra il 75 e il 90% (raddoppiando la quota dal 2,3 al 4%). Sono queste le proiezioni frutto di un’analisi della società di consulenza strategica Kearney (multinazionale statunitense di statistica) rispetto all’impatto Covid-19 sul settore alimentare italiano nel breve-medio termine. Nella cosmetica si sono registrati (fonte Adnkronos) significativi incrementi per l’e-commerce (+30% nelle ultime settimane): non a caso diverse aziende stanno puntando sulla diversificazione proprio con le vendite on line.

L’emergenza Coronavirus non ha solo cambiato la nostra quotidianità, minando l’equilibrio del vivere insieme che ci definisce “esseri sociali”. Con i dati alla mano, ci permette anche di rileggere i sistemi e le modalità a cui siamo stati abituati fino ad oggi, tra cui quelli della moda, che non può passare indenne nelle nuove circostanze dettate dalla pandemia di Covid-19.

Tutto cambia dal 21 febbraio, in piena fashion week, quando viene scoperto il primo caso italiano, il paziente 1. A dare un primo e chiaro segnale è Giorgio Armani che fa sfilare la collezione autunno inverno 2020 2021 a porte chiuse (domenica 23 febbraio).

Il post-Coronavirus influenzerà molto probabilmente anche i tempi del consumo, offrendoci la possibilità di selezionare e valutare, e magari di investire in prodotti più sostenibili e in modalità di gestione dei negozi retail e dell’online.

Gli impulsi che vengono dal digitale, in termini di domanda, prodotto, competizione, comunicazione e posizionamento vanno ascoltati con maniacale attenzione, oggi ancor più di ieri.

A livello globale, cresce l’e-commerce italiano, ormai sempre più rilevantesia in termini di consumi diretti, sia perché si conferma il motore di innovazione e di crescita di tutto il retail, essendo responsabile del 70% di tutte le vendite, sia online che offline.

Gli acquisti via Internet in Italia sfiorano nel 2019 i 31,6 miliardi di euro, un incremento del 15% rispetto al 2017 e una crescita record, in termini di valore assoluto, pari a 4,1 miliardi.

È stato stimato che entro il 2021, 1 persona su 4 effettuerà acquisti online, mentre il Nasdaq afferma che entro il 2040 l’online faciliterà il 95% degli acquisti.

In Italia le imprese che al momento hanno investito e vendono online, non superano il 10%, con una media europea tendente al 16%, ma il trend è in costante aumento.

Il settore merceologico più forte rimane quello elettronico, seguito dall’abbigliamento.

Cresce costantemente il food: nel 2019 gli italiani hanno speso 1,6 mld perl’acquisto di generi alimentari, segnando circa un 5% del totale e un incrementodel +39% rispetto al 2018. Nel settore della cosmetica, si è registrato un aumento del +36% negli ultimi quattro anni, con spesa media costante sempre più elevata e con una prospettiva del +10% nel 2020.

Il Sud Italia si è fatto contagiare dalla febbre dell’e-commerce.  Ne dà testimonianza la ricerca condotta da Infocamere e Unioncamere,secondo cui la Sicilia si classifica terza per tasso di crescita dell’e-commerce in Italia, dopo la Lombardia e la Campania.

Ad avere alzato la saracinesca sul mercato virtuale sono quasi 1250 imprese dell’Isola siciliana, dato più che triplo rispetto a quello di dieci anni prima ma residuale sul piano nazionale.  Rappresenta infatti solo il 6,1% dell’e-commerce del Paese.

Per quanto riguarda le tecnologie digitali, tra le aziende siciliane impegnate a cavalcare la new digitalwave, il 73% (60% il dato nazionale) sono ancora ferme ai nastri di partenza e la dimensione aziendale appare come discrimine riguardo all’uso di queste tecnologie.

Sono le imprese più grandi a manifestare “una propensione nettamente superiore”.

Nel dettaglio, il 21% delle aziende siciliane risulta legato a gestioni di tipo tradizionale;  il 52% utilizza strumenti digitali di base; il 21% si avvale in parte di processi digitalizzati; il 3% applica con successo i principi di Impresa 4.0 ma solo il 2% mostra di aver conseguito la maturità nell’impiego delle tecnologie emergenti.

Il momento di agire e di conquistare il mercato digitale oltre che di applicare le norme del retail 4.0 che non va abbandonato, è quindi adesso.

Le strategie di e-commerce marketing e di digital marketing devono essere posizionate al centro delle strategie aziendali, non all’interno della periferia organizzativa. Da lì devono partire gli spunti per ridisegnare il modello di business nel suo insieme, l’approccio di marketing, labrandintegrity e la filosofia di prodotto.

Sottovalutare le dinamiche online, vuol dire consegnarsi a un inesorabile declino.

La crisi Covid-19 si può trasformare in una grande opportunità di rilancio, se verranno correttamente letti e interpretati i cambiamenti rilevanti che ne deriveranno.

Credo, senza alcun dubbio, che questa rappresenti una grande occasione anche per il sistema di vendita catanese, chiamato a dimostrare di sapere cogliere il cambiamento e di farne un’opportunità di rilancio.

In questi mesi abbiamo lavorato ad un progetto innovativo che va in questa direzione e che offriremo alle nostre aziende associate, fortemente consapevoli di poter dare un efficace supporto alla creazione di strumenti atti a incentivare il mercato online delle piccole e medio imprese catanesi. Si tratta di un progetto che lanceremo nelle prime settimane del 2021 e che si prefigge l’obiettivo di offrire consulenza specialistica nel settore del web e digital marketing, con appositi pacchetti studiati per i tre macro settori merceologici.

Economicità, funzionalità, velocità di esecuzione, semplicità di utilizzo lato user, sono alla base della proposta digitale che lanceremo

Il turismo è tra i comparti che più hanno risentito della crisi derivante dalla pandemia.

Senza dubbio tutto l’indotto del Turismo, compresa la ristorazione e i pubblici esercizi in generale, è stato messo in ginocchio dalla crisi che stiamo vivendo.

Catania ha fatto registrare un crollo della domanda turistica che supera il 70% rispetto a quello dell’anno precedente.

La Confesercenti dell’Area Metropolitana di Catania è particolarmente attenta all’evoluzione del settore e non a caso il mese scorso abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di proclamare lo stato di crisi del settore e di convocare un tavolo di confronto permanente, al fine di avviare un dialogo con le rappresentanze delle associazioni datoriali, così da individuare azioni e misure condivise utili ad accompagnare le imprese fuori da questa fase di profonda difficoltà.

Le misure introdotte dal Governo nazionale per contenere la diffusione dei contagi da COVID 19 hanno generato una battuta di arresto per tutto il sistema economico produttivo locale. Di contro i provvedimenti di aiuto messi in campo a livello Nazionale fino ad oggi, così come le misure introdotte a livello regionale, appaiono non sufficienti a dare il giusto sostegno a commercianti, imprese turistiche e realtà artigianali che rischiano di dover chiudere per sempre. 

Il timore è che, se i decisori politici continuano ad agire senza una strategia complessiva che preveda provvedimenti equi, si rischia di mettere definitivamente a repentaglio il futuro di tutto il tessuto economico del nostro territorio, fatto di attività di vicinato, di botteghe, di operatori della filiera del turismo che rappresentano un importante bacino occupazionale oltre che una leva strategica per lo sviluppo economico dell’intera Città di Catania.

Il punto di vista di Confesercenti Catania

Riprendendo le parole della nostra Presidente Nazionale in occasione dell’ultima Assemblea, “Abbiamo il dovere di preparare un futuro migliore”.

Siamo consapevoli che le cicatrici derivanti dalla crisi ci sono e ce le porteremo dietro ancora per qualche anno, con le imprese del commercio, del turismo, dei servizi che vivono, più di altre, il peso della crisi pandemica.

Siamo infatti di fronte a consumi ai minimi storici, 110 miliardi di euro in meno. Per alcuni comparti, nonostante i ristori ed i sostegni, si rischia il collasso. Nel settore del turismo, ricettività e pubblici esercizi si stima una perdita annuale superiore al 50% del fatturato rispetto all’anno precedente, superiore al 30% per il comparto moda. Per non parlare dei comparti che non hanno più riaperto, ovvero palestre, servizi alla persona, turismo congressuale, ecc.

Accogliamo con grande entusiasmo e fiducia i primi vaccini, ma siamo consapevoli che avremo davanti mesi ancora pesantemente difficili.

Per le nostre imprese la priorità è lavorare e tutte sono in grado di garantire la massima sicurezza.

Alla politica chiediamo chiarezza affinchénon si lascino le imprese nell’incertezza. A fianco alle restrizioni, è doveroso dare alle imprese i sostegni di cui necessitano, con chiarezza, immediatezza e semplicità.

Il Governo Centrale in questi mesi è intervenuto iniettando nel sistema risorse importanti, ma tuttavia rispetto ad altri Paesi Europei molto spesso i tempi di adozione e implementazione delle varie misure si sono dimostrati assolutamente insoddisfacenti, oltre che risposte non immediate e procedure incerte. Anche da un punto di vista tecnico molte scelte parecchio discutibili, dalla CIG ai crediti con garanzie. Per non parlare della gestione dei ristori tramite il criterio dei codici ATECO, che è finita per trasformarsi in una decisione che ha penalizzato moltissimi imprenditori.

La salute e la sicurezza prima di tutto, lo abbiamo sempre detto, ma si può e si deve fare meglio.

La Confesercenti dell’Area Metropolitana di Catania è da sempre a fianco delle imprese catanesi e oggi, con rinnovata forza e determinazione, ci poniamo come un vero punto di riferimento per costruire insieme un futuro migliore.

Nelle prime settimane del nuovo anno lanceremo servizi e progetti innovativi con l’obiettivo di assistere in maniera sempre più efficace e mirata i nostri associati.