Economia

NaDef, Bankitalia, “quadro favorevole che però resta soggetto a rischi al ribasso”

Eugenio Gaiotti, capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, nel corso dell’audizione nelle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato, in merito all’attività conoscitiva preliminare all’esame della Nadef 2021 ha espresso il suo parare a riguardo.

“Le misure del Pnrr e quelle finanziate con il bilancio nazionale definite fino all’estate possono contribuire a un aumento del Pil di 4 punti percentuali cumulati nel triennio 2021-23. L’andamento del debito in rapporto al prodotto è significativamente più favorevole di quello delineato in aprile. L’obiettivo – ha aggiunto – resta quello di sostenere i redditi e la domanda, ma anche quello di aumentare la crescita potenziale dell’economia”.

Per questo per la Banca d’Italia c’è la necessità “di assicurare gli adeguati incentivi all’offerta di lavoro e favorire il necessario processo di riallocazione delle risorse, di semplificare e razionalizzare il complesso degli strumenti di sostegno al reddito e il sistema tributario, evitando sovrapposizioni, riducendo gli effetti distorsivi dell’attuale struttura dell’Irpef e intervenendo sul sistema delle cosiddette spese fiscali. Nell’attuale fase in cui l’economia deve ancora recuperare le conseguenze della pandemia, una politica di bilancio orientata al sostegno temporaneo dell’attività è nel complesso condivisibile”.

“Il quadro macroeconomico tendenziale presentato nella Nota di aggiornamento del Def, che prefigura una crescita del 6,0% nell’anno in corso, del 4,2% nel 2022 e del 2,6% nel 2023, è coerente con lo scenario di ripresa attuale – prosegue Bankitalia – e si tratta di un “quadro favorevole, che resta però soggetto a rischi prevalentemente al ribasso, legati al possibile persistere di vincoli d’offerta globale, all’evoluzione dei contagi nei mesi autunnali e all’efficacia delle misure di sostegno”.

“Il quadro – ha ribadito – è nel complesso condivisibile ma circondato da rischi che valutiamo orientati prevalentemente al ribasso”.

“Tra questi, nel breve termine, un’evoluzione meno favorevole del quadro epidemiologico potrebbe comportare un recupero ritardato delle attività interessate da maggiori contatti interpersonali e riflettersi negativamente sui consumi e sull’occupazione; non si può inoltre escludere – ha aggiunto Gaiotti – che gli effetti delle strozzature dal lato dell’offerta si trasmettano in misura più intensa all’economia italiana lungo le catene di valore globali. Nel medio termine i principali fattori di rischio sono associati ai tempi di realizzazione e all’efficacia delle misure delineate nel Pnrr e a un possibile rallentamento degli scambi internazionali”.