E’ una ‘cosmica milestone’ quella annunciata oggi dalla Nasa che ha confermato la scoperta di un totale di 5mila esopianeti, pianeti esterni al Sistema Solare e che gli scienziati hanno iniziato a cercare da 30 anni. La Nasa ha reso noto che il ‘contachilometri planetario’ si è acceso il 21 marzo, con l’ultimo lotto di 65 esopianeti – pianeti al di fuori della nostra immediata ‘famiglia solare’ – aggiunto all’archivio degli esopianeti della Nasa. L’archivio registra le scoperte di esopianeti che appaiono in articoli scientifici sottoposti a revisione paritaria e che sono state confermate utilizzando più metodi di rilevamento o tecniche analitiche.
Gli oltre 5.000 pianeti trovati finora includono “piccoli mondi rocciosi come la Terra, giganti gassosi” molte volte più grandi di Giove e “giovi caldi” in orbite ravvicinate attorno alle loro stelle. Ci sono “super-Terre”, che sono possibili mondi rocciosi più grandi del nostro, e “mini-Nettuno”, versioni più piccole del Nettuno del nostro sistema. Aggiunti al mix anche pianeti in orbita attorno a due stelle contemporaneamente e pianeti ostinatamente in orbita attorno ai resti collassati di stelle morte.
“Secondo me è inevitabile che troveremo un qualche tipo di vita da qualche parte” nell’universo e “molto probabilmente un tipo di vita primitivo. A dirlo è Alexander Wolszczan, l’autore principale del documento che, 30 anni fa, ha svelato i primi pianeti confermati al di fuori del nostro sistema solare. “La stretta connessione tra la chimica della vita sulla Terra e la chimica che si trova in tutto l’universo, così come il rilevamento di molecole organiche diffuse, suggerisce che la scoperta della vita” fuori dal nostro pianeta “è solo una questione di tempo” aggiunge lo scienziato