Il 2025 porterà con sè molte novità per quanto riguarda le misure previdenziali e assistenziali riconosciute dallo Stato, tra cui figurano anche le indennità di disoccupazione come ad esempio la Naspi. Il trattamento spettante ai disoccupati (a seguito di cessazione di un’attività di lavoro di tipo subordinato) nel 2025 subirà infatti una serie di modifiche, sia lato normativo che economico. Il governo è infatti intervenuto per ridurre le situazioni in cui i “furbetti” si approfittano delle norme previste per accedere alla Naspi, e ad altre indennità di disoccupazione, anche se di fatto non dovrebbero averne diritto. Nel frattempo, per effetto della rivalutazione dal 2025 aumenta l’importo massimo riconosciuto con la Naspi, come pure vengono aggiornate le regole di calcolo: novità che tuttavia non valgono per chi già beneficia della prestazione ma solo per coloro ai quali verrà liquidata per eventi successivi al prossimo 1 gennaio. A tal proposito, ecco una guida completa con le novità attese per disoccupazione e Naspi a decorrere dal prossimo anno.
Oggi la Naspi spettante a coloro che perdono il lavoro per cause non dipendenti dalla propria volontà (ad esempio in caso di licenziamento, come pure alla scadenza di un contratto di lavoro subordinato oppure in seguito a dimissioni per giusta causa) ha un importo così calcolato:
Questi importi sono oggetto di rivalutazione sulla base del tasso di inflazione medio individuato dall’Inps per il 2024. La percentuale per adesso confermata dal ministero dell’Economia (il valore è provvisorio, il definitivo verrà accertato a inizio 2025) è pari allo 0,8%. Questo significa che per coloro che prendono la Naspi per eventi di disoccupazione successivi all’1 gennaio 2025 l’importo sarà pari a:
Un aumento che invece non si applica per chi già prende la Naspi: per loro l’importo è sempre lo stesso, ricordando poi che a decorrere dal 6° mese di fruizione (l’8° per chi ha più di 55 anni) scatta anche una decurtazione del 3% (ogni mese).
A breve, inoltre, entreranno in vigore le norme contenute nel disegno di legge “Collegato lavoro”, con il quale si interviene per mettere fine a un sistema utilizzato dai cosiddetti furbetti della Naspi. Ci riferiamo a quei lavoratori che piuttosto che dimettersi spingono il datore di lavoro a licenziarlo così da mantenere il diritto all’indennità di disoccupazione. Per farlo non si presentano più al lavoro, con l’azienda che prima o poi dovrà prendere la decisione di interrompere il rapporto. Con l’entrata in vigore del Collegato lavoro, per il quale è attesa l’approvazione da parte del Senato dopo quella della Camera dei Deputati, non sarà più così dal momento che una volta scattata la 15a assenza ingiustificata l’interruzione del rapporto di lavoro viene comunque considerata per volontà del lavoratore e non dell’azienda. Di fatto è come se è il dipendente ad aver rassegnato le dimissioni, precludendosi così la possibilità di accedere alla Naspi.
Già nel 2024 è poi arrivata una novità importante per i disoccupati che beneficiano dell’indennità di disoccupazione Naspi, come pure della Dis-Coll (spettante ai Co.Co.Co.).
Come specificato dall’Inps con il messaggio n. 4011 del 28 novembre 2024, a partire da questa data i percettori delle suddette indennità vengono iscritti automaticamente alla piattaforma Siisl tramite l’Inps, che trasmette i dati personali e di contatto. I beneficiari possono aggiornare i propri recapiti e confermare la validità delle informazioni direttamente sulla piattaforma.
Entro 15 giorni dall’inizio della prestazione, i beneficiari devono accedere alla piattaforma per compilare i dati necessari al Patto di attivazione digitale, integrare il proprio Curriculum Vitae e fornire le informazioni utili alla redazione del Patto di servizio personalizzato, che sarà poi finalizzato dal Centro per l’impiego competente sul territorio. La piattaforma invia notifiche per ricordare questi obblighi, ma il mancato adempimento può comportare segnalazioni e, in alcuni casi, sanzioni come previsto dal decreto legislativo n. 150/2015.
La piattaforma consente agli iscritti di accedere a offerte di lavoro e proposte formative, ordinabili tramite filtri specifici e indici di affinità. Questi strumenti rimangono disponibili durante il periodo di fruizione della prestazione, mentre in caso di cessazione dell’erogazione i dati restano archiviati per cinque anni.
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