PALERMO – Con l’avvicinarsi del Natale, per i senza tetto, gli indigenti, le persone sole e in generale i soggetti fragili, la necessità di condivisione e consolazione diventa ancora più pregnante.
Non sono soltanto gli indigenti a rivolgersi alle associazioni caritatevoli per avere conforto – sia materiale che psicologico – in questo periodo così particolare, ma ci sono anche i cosiddetti “nuovi poveri”, persone che, in particolare a seguito di quanto accaduto nel corso della pandemia, si sono trovate nella necessità di chiedere un aiuto per poter godere di un pasto caldo.
Tra le realtà più attive in questo ambito c’è la Caritas diocesana, sempre in prima linea per dare una mano a chi ne ha più bisogno.
Per comprendere meglio quello che avviene in questi giorni nelle principali città della Sicilia, abbiamo sentito i responsabili delle Caritas di Palermo, Catania e Messina, che ci hanno raccontato il loro lavoro per le rispettive comunità.
“Il Natale – spiega don Nuccio Puglisi, direttore della Caritas diocesana di Catania – festa che quasi impone lo stare insieme, si trasforma spesso in malessere per chi vive una situazione di sofferenza cronica e di isolamento. Per questo oggi saremo in carcere a portare i panettoni ai detenuti, così da fare visita a chi si trova in uno status di povertà diversa, quella di chi è privato della libertà, la povertà di chi si sente addosso il rimorso di una colpa commessa”.
“Spero che gli effetti maggiori dell’attività della Caritas – aggiunge – siano a livello morale. Aprire le mense è un’attività chiaramente fondamentale, ma noi vogliamo andare più in profondità, scuotendo le coscienze. A questo proposito ricordo un episodio che mi riguarda: un giorno durante le feste di Natale, mentre distribuivo panettoni ai senza tetto, uno di loro mi chiese: e domani? Questa domanda mi martella ancora. Il Natale è tutti i giorni. Sarebbe bello, quindi, se smettesse di essere solo una festa e diventasse un atteggiamento”.
“La Caritas – sottolinea Salvo Pappalardo, vice direttore dell’associazione catanese – è sempre attiva, sia nei giorni feriali che festivi. Per il Natale cerchiamo di fare anche qualcosa di diverso. Si inizierà con la celebrazione della Santa Messa domenica 24, cui seguirà il pranzo, intorno alle 12,30, arricchito, rispetto ai pranzi che offriamo sempre, con qualche alimento e momento di convivialità in più, per esempio grazie alla presenza di gruppi scout che animeranno il servizio fino alle 14,30. Per la sera, abbiamo organizzato la cena alle 17,30 nel centro delle suore di Madre Teresa di Calcutta, con le quali collaboriamo. Alle 19, dopo la cena, la Caritas e la Croce rossa accoglieranno tutti i senza tetto, fino all’una di notte circa, che verranno trasferiti nel centro in via Teatro Greco, con accompagnamento della Croce rossa tramite pulmino. Lì troveranno animazione con la tombola, panettoni, regali e giochi. Accoglieremo circa trecento persone”.
“Il 25 – prosegue il vice direttore Pappalardo – ci sarà il pranzo a San Nicolò all’Arena, organizzato dalla comunità di Sant’Egidio, alla presenza anche del vescovo e della direzione Caritas, a partire dall’una e proseguendo con l’apertura dei regali per i bambini, fino alle 15,30 circa. Per la cena ci trasferiremo poi dalle suore di Madre Teresa di Calcutta, fino alle 20,30. Tutto questo ha un significato preciso: di norma, ci sono tante mense aperte, per queste feste natalizie vogliamo cercare, invece, di evitare gli sprechi. Per questa ragione si è deciso di cenare e pranzare in un unico luogo, unificando le mense allo scopo di creare maggiore convivialità e condivisione. La differenza, quindi, rispetto alle giornate ordinarie, sta anche nel tentativo di intensificare la collaborazione tra la Caritas, le suore e la Croce rossa”.
Pappalardo spiega inoltre che il 26 il pranzo organizzato dalla Caritas si terrà nella parrocchia del Crocifisso dei miracoli in via Umberto, dove saranno opsitate circa trecento persone, intrattenute dall’animazione dei volontari. Sarà inoltre pienamente attiva, dalle 17 a tarda sera, anche l’unità di strada, per arrivare a chi non voglia, o non possa, prendere parte ai pranzi e alle cene, distribuendo gli alimenti in giro per la città.
Un’attività capillare, quindi, che dimostra come il lavoro della Caritas stia diventando, per una certa fascia di popolazione, sempre più importante. “Registriamo purtroppo – conferma Pappalardo – un aumento della povertà, dovuta, in particolare, all’impoverimento dell’ormai ex ceto medio. Cerchiamo di aiutare tutti, ma le richieste sono troppe e non sempre ce la facciamo”.
A questo proposito la Caritas gestisce anche il cosiddetto microcredito, che nasce da una convenzione con alcune banche. Si tratta di un piccolo aiuto economico (l’importo varia infatti dai mille ai duemila euro), elargito per lo più alle famiglie che non hanno accesso ai prestiti per varie ragioni.
Ci sono diverse forme di microcredito, una di queste è il Ruth, previsto per le donne vittime di violenza. Rispetto al resto del territorio siciliano, la Caritas diocesana di Catania è l’unica a essere stata accreditata a gestire tale strumento in tutta l’Isola. “Purtroppo – conclude Pappalardo – il nostro intervento si fa sempre più pregnante. Riscontro sul territorio, infatti, rispetto alle altre città siciliane, un aumento della criminalità organizzata, della dispersione scolastica e della disoccupazione. Catania è la terza città in Europa per livello di criminalità e malessere, penultima in Italia per stile di vita. Mette tanta tristezza vedere la città così trascurata, e anche noi cerchiamo di fare qualcosa per migliorare le cose”.
Le difficoltà riscontrate a Catania sono presenti anche in altre città siciliane, come spiega don Sergio Ciresi, vice direttore della Caritas diocesana di Palermo: “Possiamo dire che per noi il Natale è ogni giorno. Le attività che, però, implementiamo durante le festività riguardano principalmente le visite ai presepi viventi, anche in cittadine diverse dal capoluogo, località che spesso i nostri fratelli più piccoli non conoscono, anche se vicini a Palermo”.
C’è inoltre da segnalare come durante le feste, inoltre, si registri spesso un coinvolgimento maggiore da parte di chi può permettersi di aiutare i meno fortunati. Coinvolgimento così intenso che, a volte, si finisce per dover rinunciare all’aiuto di alcuni dei volontari, perché troppo numerosi. “In occasione del Natale – afferma Ciresi – c’è molta generosità, c’è tanta gente che desidera in questi giorni di vacanza svolgere dei servizi di volontariato, soprattutto da parte di chi non riesce a mettersi a disposizione durante il resto dell’anno a causa di impegni lavorativi, familiari. In questo modo si cerca di sopperire a questa ‘mancanza’ quando si è più liberi”.
Pure nel capoluogo siciliano, come accennato, è evidente l’aumento della povertà in quella che, fino a poco tempo, fa era la classe media e adesso si ritrova a dover chiedere aiuto. “Le richieste che hanno subito il maggior aumento – spiega don Ciresi – riguardano gli alimenti e il pagamento delle utenze domestiche”.
Chi, infatti, ha perso improvvisamente il lavoro, o una forma di sussidio, si è trovato dall’oggi al domani a non poter più sostenere le spese ordinarie per il proprio sostentamento e di quello della propria famiglia. Questa classe di “nuovi poveri” si aggiunge alla categoria di chi vive anche grazie all’aiuto della Caritas, che sta diventando sempre più drammaticamente importante. “Rispetto a centri più piccoli – conclude don Ciresi – la differenza che si può riscontrare a Palermo è in una povertà più diffusa, che abbraccia tutte le classi sociali. Non si tratta soltanto di una povertà materiale, ma anche di educazione, culturale, morale e spirituale. È anche da questi punti di vista che speriamo di fare la differenza, oltre che, naturalmente, nell’aiuto concreto attraverso cibo, donazioni, messa a disposizioni di alloggi”.
La povertà, insomma, aumenta, ed è un trend che si conferma anche nel messinese, dove in questi giorni di festa la Caritas si adopera per intensificare la propria funzione, già presente quotidianamente negli altri giorni dell’anno. Ce lo conferma padre Nino Basile, direttore della Caritas diocesana di Messina. “La nostra attività – spiega – in quanto propria di un organismo pastorale della Chiesa locale, con la sua peculiare vocazione ad animare alla carità e la sua prevalente funzione pedagogica, non dovrebbe conoscere ‘giorni particolari’, rispetto ad altri, ma agire sempre con lo stesso sforzo. Anzi, ritengo sia nostro compito educare a uno stile di condivisione che tenga conto dell’ordinario. Allo stesso modo però, in questo periodo, anche la nostra Caritas è destinataria di maggiori manifestazioni di solidarietà da parte di chi sta meglio rispetto ad altri. Perciò mi interrogo: come mai questo avviene solo, o comunque prevalentemente, durante le feste natalizie?”.
“Credo sia opportuno – aggiunge – cogliere l’occasione per fare riflettere sul senso autentico del donare come stile di vita. Sicuramente l’offerta maggiore è quella del cibo, con il moltiplicarsi di iniziative che prediligono la tavola. Ma evidentemente non è solo questo il bisogno di chi vive in povertà. Da poco più di un mese, la nostra Caritas ha reso pubblico il report annuale su Povertà ed esclusione sociale. I dati indicano certamente un aumento dei poveri e anche una diversificazione della povertà. La cancellazione del Reddito di cittadinanza sicuramente ha influito su questi dati, anche se credo che gli esiti li vedremo ancora tra qualche mese”.
“Ciò per cui sono particolarmente preoccupato – aggiunge – sono le questioni legate ai dati inerenti al gioco d’azzardo patologico. Una piaga che non pare voglia sanarsi. Ciò compromette la serenità familiare, la stabilità abitativa e lavorativa”. Proprio su questo punto, alla Caritas di Messina si aggiunge un’altra attività. A breve, infatti, sarà avviato un progetto, in sinergia con altri partner locali e con l’Asp, per l’apertura di sportelli di ascolto, per offrire opportunità ulteriori al supporto alimentare, e mettersi al servizio di quanti intendono porre rimedio alla dipendenza dal gioco e ai loro familiari.
Parole d’ordine della Caritas, insomma, in particolare in questi giorni, promuovere uno stile di vita che possa rendere autentica la carità tutti i giorni e in tutte le sue forme.