Società

Messina, l’Arcivescovo, “Adesso basta con le baraccopoli”

“Per risolvere il problema della baracche a Messina tutta la comunità si deve fare carico della questione, penso che l’impegno ora deve essere di tutti e ci deve essere una coscienza civile maggiore”.

Lo ha detto ieri l’arcivescovo di Messina, Giovanni Accolla, durante il consueto messaggio di Natale alla stampa.

Un messaggio che chiama a raccolta la città annullare una vergogna che dura da centodieci anni: dal terremoto del 1909 che rase al suolo Messina, rinata tutta in legno, compreso municipio, duomo e teatro.

Siamo ormai alla quarta generazione di baracche: dopo quelle in legno giunte con i soccorritori di Stati Uniti, Svezia, Prussia e Svizzera, ci furono quelle in muratura del periodo fascista, e le “casette ultrapopolari a uso provvisorio” del dopoguerra.

Ma ancor oggi, a pochi giorni dal 2020, Messina ha 2.487 immobili da distruggere e i settemila cittadini che vi abitano dovranno trovare nuove case.

Certo, in settembre la Giunta Regionale, su sollecitazione del sindaco Cateno De Luca, ha approvato lo Stato d’emergenza per la definitiva demolizione delle baracche e adesso dovrà essere il Consiglio dei Ministri a stanziare risorse straordinarie per risolvere definitivamente il problema, la cronica emergenza delle favelas che, tra discariche a cielo aperto e amianto, mancano dei requisiti minimi di salubrità ambientale.

E per questo, dopo una serie di inascoltati appelli all’allora ministro dell’Interno, il capo della Lega Nord Matteo Salvini, sono stati chiesti al Governo nazionale poteri speciali per il sindaco peloritano.

“A maggio – conclude Siracusano – avevo sollecitato l’allora ministro dell’Interno che aveva garantito di giungere ad una soluzione definitiva della questione. Ad oggi però nulla è cambiato. Il Governo deve chiarire cosa intende fare per assicurare ai messinesi condizioni di vivibilità più sicure e dignitose”.

Tornando al messaggio di Accolla, l’Arcivescono ha chiesto anche maggiore attenzione “per la popolazione delle isole Eolie flagellate dal maltempo”.

“Molto spesso – ha affermato – la politica ragiona solo con parametri economici e nel periodo invernale le isole sono ancora più isolate, ma non possono diminuire anche i servizi sanitari e scolastici. L’emarginazione crea dissesto nella vita pubblica e focolai di disagio, emarginazione e degenerazione”.

“Sull’immigrazione – ha detto ancora l’Arcivescovo peloritano – abbiamo ancora delle ricadute del quadro normativo fatto nel governo precedente, e cerchiamo ancora di fare economia sulla pelle degli ultimi”.

“Viviamo – ha aggiunto Accolla – in un mondo dove molto di quanto ci circonda non è più vergine, è inquinato da relazioni che turbano la dignita dell’uomo: menzogne, calunnie, desiderio di dominio, disoccupazione, paure. Ma non tutto per grazia di Dio è così”.

“La Società e la Chiesa – ha concluso – sono ricche di tante virtuosità, di numerosi segni di bontà, di esempi poco appariscenti ma molto autentici, di tante esperienze di generosità, di solidarietà, di carità”.