Consumo

Natale, tra restrizioni e incertezze la spesa per i regali cala del 18%

ROMA – Tredicesime più leggere, incertezza economica e restrizioni derivanti dalla pandemia frenano i consumi delle famiglie a dicembre con un calo del 12% rispetto all’anno scorso; in forte riduzione anche la quota di coloro che faranno regali: da quasi l’87% del 2019 a poco più del 74%. Ma la voglia di reagire alla crisi c’è: chi può, spenderà per i regali una cifra solo un po’ più bassa di quella dello scorso anno (164 euro a testa conto i quasi 170 del 2019).

Quanto alla spesa, quest’anno per i regali si spenderanno complessivamente 7,3 miliardi, in calo del 18% rispetto allo scorso anno (8,9 miliardi). Sono questi i principali risultati dell’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulle spese di dicembre e del Natale.

Sembra delinearsi una situazione in cui la macroeconomia pesa certamente sulle spese di dicembre e sul Natale, ma non intacca, sottolinea Confcommercio, il desiderio di reagire, durante le festività, alle avversità che hanno accompagnato gli italiani per quasi un anno, ormai. Infatti, il mese di dicembre, che per i consumi commercializzabili vede ridursi il suo valore economico da 81 a 73 miliardi, resta comunque il mese più importante dell’anno. E potrebbe valere ancora di più se ci fossero condizioni più favorevoli di contesto e di fiducia: molti italiani potrebbero spendere le risorse involontariamente accumulate durante il lockdown per mancanza oggettiva di opportunità di consumo. I risparmi detenuti in forma liquida sono cresciuti di 80 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2020 rispetto alla prima parte del 2019.

Nel complesso, dunque, il prossimo mese di dicembre sarà una reazione vitale per l’oggi e una promessa per il futuro.

Nel 2019 il mese di dicembre valeva 110-115 miliardi di euro di spese per consumi (inclusi affitti, utenze, servizi, ecc.), pari a circa 81 miliardi per le sole spese commercializzabili, cioè alimentari, abbigliamento, mobili, elettrodomestici bianchi e bruni, computer, cellulari e comunicazioni, libri, ricreazione, spettacoli e cultura, giocattoli e cura del sé, alberghi, bar e ristoranti. Nel 2020 questa spesa (fortemente correlata al benessere economico delle famiglie) scende a circa 73 miliardi di euro correnti, sottolinea Confcommercio.