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‘Ndrangheta, la Dia, “Ha invaso la finanza del Nord”

“La ndrangheta ha replicato le strutture di base calabrese e impiantato strutture di coordinamento in Lombardia e in Liguria collegate alle case madri d’origine, un radicamento che continua, trapiantando nel cuore del’opulento nord le succursali delle sue organizzazioni criminali. A gennaio l’operazione Geenna ha investito anche la Valle d’Aosta”.

Lo ha detto in audizione davanti alla Commissione antimafia il direttore della Dia, Giuseppe Governale, sottolineando come “quello delle mafie al nord sia un radicamento che non ha risparmiato la Pubblica amministrazione”.

“La costante – ha sottolineato il capo della Direzione investigativa antimafia – è che i professionisti cooperano in una area grigia operando, anche con funzionari infedeli della Pubblica amministrazione: la corruzione è l’anello di congiunzione”.

“Siamo di fronte – ha aggiunto – a modelli imprenditoriali variabili di infiltrazione che adottano forme avanzate di strategie di infiltrazione: bisogna tenere alta l’attenzione”.

Per Governale, il profilo dei soggetti che cadono nelle maglie della criminalità è quello spesso di imprenditori in difficoltà che si mettono a servizio della criminalità mafiosa.

“Al nord e al centro le mafie nazionali stanno cambiando pelle, insinuandosi nel mondo della finanza”.

Nel 2018 la Lombardia è al primo posto in questo senso, al terzo il Lazio, poi l’Emilia Romagna.

“Serve una presa di posizione contro una micro cultura mafiosa: la mancanza di allarme sociale al nord, ha portato ad anestetizzare la coscienza collettiva nei confronti delle mafie. Il caso dell’Emilia è emblematico di questa sottovalutazione. Una serie di connotazioni non possono essere banalizzate o edulcorate”.

“Dai primi anni ’90 gli scioglimenti degli enti locali hanno passato i cinquecento Comuni con sessanta sciolti più volte, la gran parte in Calabria (170), poi Campania e Sicilia (120); tre in Piemonte, uno in Liguria, uno in Lombardia, uno in Emilia Romagna”.