In un Paese che vede sempre più crescere l’età media nazionale, aumentano anche le patologie correlate all’invecchiamento. Tra queste, le demenze la fanno da padrone con numeri da vera e propria emergenza sanitaria.
Si stima che nel 2050 i casi di demenza interesseranno a livello mondiale circa 153 milioni di persone (2,3 milioni in Italia, 900mila in più rispetto a oggi), passando così dagli attuali 57 milioni a un numero quasi triplicato di diagnosi. Se ne è parlato oggi a Roma in occasione di ‘Mind the gaps: poniamo l’attenzione sui divari regionali nella presa in carico delle persone con demenza’, incontro organizzato per fare il punto sull’utilizzo dei fondi stanziati nella legge di Bilancio 2021 per l’Alzheimer e le demenze.
Fondo che è stato ripartito tra le Regioni per l’attuazione di piani demenza regionali che dovranno dare risposte concrete ai pazienti e alle loro famiglie, troppo spesso chiamate a farsene carico direttamente in mancanza di servizi sociosanitari strutturali. Spesso infatti l’impatto della malattia è devastante per le famiglie e per i caregiver che si trovano ad affrontare una sfida enorme sia in termini economici che sociali.
Si profila dunque una vera e propria emergenza sanitaria, secondo gli esperti, che rischia di mettere a dura prova il nostro servizio sanitario che potrebbe trovarsi a fronteggiare nuove sfide pandemiche oltre ai nuovi bisogni di salute. Infatti, anche se molti passi in avanti sono stati fatti nella cura delle demenze e in particolare dell’Alzheimer, che ne rappresenta la forma più comune, la strada è ancora lunga e la prevenzione resta al momento l’unica arma disponibile, insieme alla diagnosi precoce, in grado di rallentare il decorso della malattia.