PALERMO – Il Centro internazionale di fotografia, diretto da Letizia Battaglia, ha presentato per l’autunno 2019 due mostre che, in contemporanea, coinvolgeranno i suoi spazi: “Non puoi avere tutti i colori del mondo”, personale del poliedrico artista romano Corrado Sassi, e “Visionari”, collettiva dei fotografi Mario Cusimano, Claudio Laureti, Eleonora Orlando, Rori Palazzo e Nerira Toci. Entrambe le mostre sono già visitabili e lo saranno ancora fino al 3 novembre.
“Non puoi avere tutti i colori del mondo”, presenta un’interessante selezione di lavori provenienti da due diversi progetti di Corrado Sassi, che raccontano un ventennio della sua attività artistica. Pittore, scultore, performer, regista, fotografo, e anche attore, non c’è campo del vasto mondo dell’arte che Corrado Sassi (Roma, 1965), non abbia esplorato. La sua ricerca artistica spazia infatti dalla fotografia alla performance passando per le videoinstallazioni, fino ad arrivare al linguaggio cinematografico che gli permette di ritornare alle origini del suo percorso formativo, culminato al prestigioso International Center of Photography di New York con il diploma di fotogiornalismo.
Per l’occasione, Sassi ha scelto alcune immagini tratte dalla serie “Snap”, progetto avviato nel 1999 e che racconta l’approccio personale dell’artista alla Street Photography, iniziato con l’amore spassionato per i grandi fotografi come Bresson, Frank, Brassai, Eggelston, Ghirri, Giacomelli, Letizia Battaglia, Koudelka. “Questi grandi della fotografia – spiega l’artista – riuscivano a creare una sorta di reportage interiore condividibile con il pubblico. Portando sempre con me la macchina fotografica, ho modo di cogliere nell’immediatezza una certa immagine in un dato momento nella quale mi riconosco; lo scatto registra quest’alchimia, creando così una sorta di legittimazione reciproca tra l’immagine e la mia esistenza”.
Gli altri lavori sono invece parte del progetto “Artviewers-Reflections”, con cui il fotografo documenta da oltre dieci anni il panorama artistico contemporaneo, nazionale e internazionale fotografando il pubblico delle fiere d’arte. Cosa sarebbe l’arte senza un pubblico? È la domanda che si pone l’artista prendendo spunto da un assunto di Picasso.
Come detto, in contemporanea è visitabile anche “Visionari”, la collettiva che vede protagonisti cinque fotografi mai prima d’ora riuniti in dialogo espositivo: Mario Cusimano, Claudio Laureti, Eleonora Orlando, Rori Palazzo e Nerina Toci.
Mario Cusimano (Palermo, 1980), costruisce dei set narrativi per le sue fotografie di genere concettuale, mettendo in scena sentimenti come le paure, la solitudine, la malinconia descritte in immagini che spaziano tra il reale e l’onirico.
Claudio Laureti, (Roma, 1980) porta avanti una ricerca nella fotografia artistica dove cura ogni dettaglio dei suoi scenari, luoghi in cui i soggetti vengono ritratti in immagini fiabesche e surreali, scatti singoli o espressi in serie fotografiche che parlano di mondi interiori.
La ricerca di Eleonora Orlando, confluita nella serie fotografica “Overlaps”, sovrappone immagini ed epoche della sua vita, il passato e il presente. Momenti perduti che l’artista fissa su pellicola per continuare a possedere. Sulla scia delle parole di Franz Werfel, scrittore austriaco naturalizzato statunitense, secondo il quale “l’unico possesso dell’uomo è nelle cose che ha perduto”.
“I am you” di Rori Palazzo (Palermo, 1977) è la prima serie di un nuovo lavoro fotografico in cui l’artista indaga il mondo degli adolescenti, quell’età di transizione in cui ogni giorno si cambia, sia nel corpo che nell’anima, e in cui tante cose accadono per la prima volta. La fotografa li ritrae per lo più su fondi neutri o nei loro luoghi più intimi, per metterne in risalto gli occhi e le pose che ci raccontano di visioni embrionali ma già intense, l’ambiguità di quei volti bambini ma a tratti adulti e per raccontare la delicatezza intrinseca di questa età.
E infine Nerina Toci (Tirana, 1988), sceglie l’immagine come mezzo espressivo per non abitare più nella parola, raccontando le inquietudini come forma temporale ed emotiva di soggetti con cui instaura un rapporto di empatia, in luoghi che mostrano un vissuto in rigide geometrie, scrutando anche il mondo fiabesco.