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Nel post covid la medicina estetica per molti è cura allo stress

I dati sono chiari. Dagli Stati Uniti fino all’Italia, il boom nelle prenotazioni di consulti per l’esecuzione di trattamenti estetici durante e dopo il lockdown, e le procedure di medicina estetica come iniezioni e peeling facciali sembrano essere di tendenza.

Un trend che non sembra destinato ad affievolirsi nei prossimi mesi. La American Society of Plastic Surgeons ha riportato nei mesi di lockdown un aumento del 64 per cento delle richieste di sedute valutative per individuare il tipo di trattamento da eseguire una volta sollevate le restrizioni.

Un dato simile è stato osservato dai medici della British Association of Aesthetic Plastic Surgeons, che comunicano un aumento del 70 per cento delle richieste di consulto. L’Italia non si discosta da questi trend e registra un’impennata simile: nel 2020 gli interventi di medicina e chirurgia estetica sono aumentati del 25% rispetto al 2019. Tra i trattamenti più richiesti i filler nella area labiale (+42%), area zigomatica (+29%) e il riempimento delle rughe naso geniene (+28%) con una distinzione per sesso e fascia d’età.

Forte di questi numeri torna a Roma il 42° Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME), di nuovo ‘in presenza’ perchè “se c’è una cosa che è difficile fare a distanza è parlare di estetica” come ha sottolineato il presidente Emanuele Bartoletti presentando i lavori in conferenza stampa.

Molti i temi ‘nuovi’ di quest’anno, “sui quali abbiamo messo a confronto sei opinion leader stranieri – ha spiegato Bartoletti – proprio per identificare quali sono state le ‘accortezze’, anche piccole, che negli ultimi anni hanno modificato (e in qualche caso ‘stravolto’) in maniera positiva i risultati della medicina estetica”, ma soprattutto la medicina estetica come rimedio allo stress della panedmia da covid: “Il trend positivo e la crescita hanno sottolineato come la medicina estetica rappresenti effettivamente una valvola di sfogo per tutte le donne e in qualche caso anche gli uomini che sono stati chiusi in casa, fuori dalla possibilità di incontrarsi – ha osservato Bartoletti – i trattamenti sono stati visti come una possibilità di ricominciare a prendersi cura di se stessi, di volersi bene dopo l’abbruttimento da smart-working e il periodo in cui andare al lavoro senza neanche togliersi la camicia da notte o il pigiama è sembrata la soluzione più plausibile e veloce. La medicina estetica quindi ha effettivamente rappresentato una fonte di salvezza per la psicologia di molte persone. Ecco perché in pandemia si è registrata questa crescita esponenziale”.

E si parlerà di mascherine, perchè in cosmetologia il tema più ‘gettonato’ è quello dell’effetto delle mascherine sul viso delle pazienti , per capire quali sono i principi attivi e le sostanze presenti nei trucchi e in alcuni cosmetici che possano essere vantaggiosi o dannosi in un periodo in cui l’equilibrio della cute viene quotidianamente alterato dall’utilizzo delle mascherine.

Tra gli argomenti annunciati dal presidente SIME anche il rapporto tra filler e vaccino anti-Covid. “Comunicazioni scientifiche hanno riportato alcuni eventi avversi dopo il vaccino anti-Covid su pazienti che si erano sottoposti a trattamenti con acido ialuronico in passato – ha detto Bartoletti -. Sono stati fatti degli studi al riguardo e vedremo perché con spiegazioni da parte di esperti di altissimo livello: questo non è assolutamente imputabile al vaccino anti-Covid, ma è una reazione assolutamente normale e totalmente prevedibile di fronte a qualsiasi tipo di vaccino. Peraltro facilmente gestibile con una terapia a base di cortisone, che non ha mai dato effetti permanenti”.

Parola d’ordine: efficacia. Sarà questo l’obiettivo del Congresso nazionale di quest’anno: condurre un’analisi approfondita, in ogni sessione dedicata alle nuove frontiere, per rendere sempre più efficace la medicina estetica e permetterle di esprimere tutto il suo potenziale, al massimo delle sue possibilità.

Gli esperti si riuniranno e si confronteranno per tracciare le basi della medicina estetica del futuro, in grado di rispondere ad esigenze precise e dettagliate da parte di pazienti sempre più consapevoli e che hanno imparato l’arte del ‘bello’ e hanno voglia di sperimentarlo per sentirsi bene, soprattutto mentalmente o per rimediare alle brutture delle ‘avventure pandemiche’ fino ad oggi trascorse.