Intervista

“Ampia maggioranza? Auspicabile ma non necessaria”

Va via un Presidente che si è distinto per i suoi modi pacati ma fermi. Che giudizio dà al suo settennato?
“Dobbiamo dire grazie, di cuore, al Presidente Sergio Mattarella per il garbo e la fermezza con cui ha svolto, in modo ineccepibile, le funzioni di Capo dello Stato. È stato un settennato difficile, a tratti drammatico, in ultimo – e solo per fare un esempio che esula dagli accadimenti politici – per la pandemia contro cui lottiamo da ormai due anni. Negli snodi politici, di fronte a conflitti istituzionali, nel pieno delle crisi di Governo – ben quattro, durante la sua permanenza al Quirinale – ha dimostrato coraggio e grande saggezza. In ogni occasione Mattarella è stato arbitro imparziale e intransigente quanto letterale interprete della Costituzione, tratto, quest’ultimo, che rende davvero singolare imporgli di accettare un secondo mandato, forzando così la sua esplicitata volontà, solo per garantire che la legislatura continui. In ultimo, ma per me è tutt’altro che marginale, lasciatemi ribadire l’orgoglio – personale e come presidente della Regione – per avere avuto un grande siciliano a capo dello Stato”.

Pensa che si riuscirà a eleggere il nuovo Presidente in tempi brevi o le incertezze emerse in questi giorni rallenteranno il tutto?
“Fibrillazioni, ipotesi e congetture, retroscena politici – alcuni, oggettivamente, di fanta-politica – si rincorrono ormai da mesi, assieme all’immancabile toto-presidente che, puntuale come l’oroscopo del nuovo anno, si presenta a ogni elezione presidenziale. La storia e l’esperienza, però, ci insegnano che difficilmente – per non dire mai – le previsioni della vigilia sono poi sfociate nella effettiva elezione dei ‘favoriti’. Anzi, dice l’adagio popolare, il più delle volte ‘chi entra Papa, esce Cardinale’, per cui non mi preoccuperei delle incertezze o delle schermaglie politiche che si sono fisiologicamente intensificate. Una cosa, però, mi preme sottolineare per ribattere al ‘tormentone’ agitato dai sostenitori – naturalmente tutti ascrivibili al centrosinistra – della ‘ampia maggioranza necessaria’ per eleggere il nuovo inquilino del Quirinale: ma chi lo ha detto, anzi, dove sta scritto che il presidente della Repubblica debba essere eletto con larga maggioranza? Certo, questo sarebbe auspicabile, ma la storia del nostro Paese racconta che dei 13 presidenti della Repubblica solo due – Cossiga e Ciampi – salirono al Colle al primo turno di votazione. E che Capi dello Stato più che graditi agli italiani, come lo stesso Mattarella nel 2015, furono eletti alla quarta votazione, quando il quorum necessario scende alla maggioranza assoluta. Per non citare Pertini, per la elezione del quale furono necessarie ben 16 votazioni…”.

Può tracciare un profilo delle caratteristiche che dovrebbe, a suo avviso, avere il prossimo Presidente della Repubblica?
“Intanto mi auguro che il presidente Berlusconi sciolga domani, positivamente, la sua riserva. Se così non dovesse essere, penso che il centrodestra abbia il diritto, e il dovere, di avanzare una proposta alla luce delle tante personalità che esprime – o che può indicare – che ben subentrerebbero al presidente Mattarella. C’è la necessità di scegliere, più che mai nell’attuale contesto politico e sociale, non un simbolo o un nome che sia legato a particolari suggestioni, ma una persona di altissimo profilo che abbia anche una solida esperienza istituzionale”.

Una donna al Quirinale, la ritiene una opzione possibile?
“Non partecipo al dibattito di quelli – magari gli stessi che al momento di formare le liste per le elezioni si dimenticano delle ‘quote rosa’ invocate o che si sono addirittura battuti contro la preferenza di genere – che auspicano una Presidente, ‘a patto, però, che sia brava e competente’. Osservo solo che una tale ovvietà non viene sottolineata per gli uomini. Dunque, già porre il problema in questi termini, è offensivo per le donne. Ritengo comunque sterile la querelle sul sesso del prossimo presidente della Repubblica”.