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Assaciazione neonazista, rito iniziatico e quota da 30 euro per fare parte del gruppo

Un giuramento e un particolare rito iniziatico erano previsti per entrare nell’Ordine di Hagal, associazione neonazista con base nel Napoletano oggetto delle indagini della Procura di Napoli culminate oggi nell’esecuzione di 4 arresti. L’iscrizione all’associazione, si legge nell’ordinanza del gip di Napoli, prevedeva il pagamento di un’apposita quota, la somma di 30 euro versata una tantum su una carta Postepay, prima di avviare un periodo di partecipazione e formazione e poter poi iniziare a scalare la gerarchia. Anche a sottolineare il vincolo di segretezza, nello statuto è espressamente prevista l’accettazione incondizionata del regolamento interno dell’Ordine di Hagal sin dalla sola richiesta di associarsi, con conseguente “impegno di riservatezza perpetuo verso l’Ordine di Hagal, anche qualora si decidesse di non iscriversi dopo la lettura dello Statuto, o di abbandonarlo successivamente, o si finisse con il venire espulsi”. 

Il complesso rituale iniziatico, chiamato “Patto sacro di Hagal”, è descritto in un file trovato nel computer di Maurizio Ammendola, 43enne residente a Maddaloni (Caserta) e ritenuto presidente dell’Ordine di Hagal. Il rito si sarebbe dovuto svolgere a San Felice, borgo medievale abbandonato in provincia di Caserta, nello spiazzo antistante la chiesa sconsacrata. Gli adepti avrebbero dovuto sistemare un lenzuolo con il disegno del “sacro ed energetico simbolo di Hagal” e il “Sacro Sole Nero”, poi il “fondatore” avrebbe dovuto dare lettura di un testo esplicativo chiamato “Sistema iniziatico e rituale”. 

Avevano ideato un attentato alla caserma dei carabinieri

Era la Caserma dei Carabinieri di Marigliano, in provincia di Napoli, l’obiettivo individuato dagli appartenenti all’Ordine di Hagal, associazione di stampo neonazista, negazionista e suprematista oggetto delle indagini della Procura di Napoli culminate oggi nell’esecuzione di un’ordinanza nei confronti di 5 persone, 4 delle quali destinatarie della misura della custodia cautelare in carcere e uno all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

A quanto emerge dall’ordinanza, dalle intercettazioni eseguite è emersa la volontà da parte degli indagati di compiere azioni violente sia nei confronti di civili sia nei confronti delle forze dell’ordine, in particolare della Caserma dei Carabinieri di Marigliano, comune della provincia di Napoli dove si ritiene vi fosse la sede l’associazione neonazista. La volontà di compiere un attentato nei confronti della caserma resta comunque soltanto dichiarata, poiché non risulta alcuna condotta attiva che facesse pensare che gli associati stessero realmente organizzando un attentato o un’azione violenta.