Il questore di Imperia Giuseppe Felice Peritore ha vietato l’esibizione del trapper siciliano Niko Pandetta (all’anagrafe Vincenzo) per motivi di ordine e sicurezza pubblica. A scatenare il caso è stata l’associazione Libera, che ha ricordato che Pandetta ha dedicato una canzone al boss catanese Salvatore Cappello, detenuto al 41bis dal 1993, suo zio.
Si legge nel dispositivo: “L’artista è noto alle cronache per contenuto di interviste tv e testi delle canzoni che fanno esplicito riferimento, esaltandole, a situazioni criminogene e contesti delinquenziali tipici delle organizzazioni criminali. In tali circostanze il predetto, oltre a esprimere vicinanza e ammirazione per lo zio Salvatore Cappello, noto pluripregiudicato detenuto in regime di art. 41 bis, pronuncia affermazioni e trasmette messaggi dal contenuto fortemente fuorviante e diseducativo, negando addirittura, nel corso di un’intervista televisiva, l’esistenza stessa della mafia. Si cita a tal proposito il testo di una canzone che recita: ‘zio Turi, io ti ringrazio ancora per tutto quello che fai per me, sei stata una scuola di vita che mi ha insegnato a vivere con onore. Per colpa di questi pentiti sei chiuso là dentro al 41 bis'”. I testi delle canzoni, conclude il documento. “sono evocativi di criminose gesta e che la natura dell’esibizione dell’artista, con testi chiaramente inneggianti ad ambienti malavitosi e istigatori alla delinquenza e alla disobbedienza delle leggi nonché al compimento di reati di vario genere, potrebbe comportare gravi ripercussioni per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Una breve intervista al trapper era stata mandata in onda su Rai3 alcuni mesi fa dalla trasmissione Report: Pandetta affermava di aver pubblicato quella canzone “perché alla mia famiglia voglio bene, anche se non dovevo farlo” e aggiungeva “per me la mafia fa schifo”. (Rai News)